Tre indizi fanno una prova.
Testata: Informazione Corretta Data: 15 gennaio 2013 Autore: Ugo Volli.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
Cari amici,
oggi vi parlo di tre cose apparentemente molto distanti, un profumo, un processo, una commemorazione – che hanno in comune, certo, il fatto di non essere citate dai giornali italiani, ma questo è normale per tutto quel che riguarda il Medio Oriente che non sia contro Israele. E però vedrete che c’è qualcosa di più in comune.
1) Il profumo ha grande successo, si chiama M-75, una denominazione che forse sarebbe piaciuta ai futuristi e anche a Coco Chanel, che ai suoi profumi dava numeri e non nomi. E’ contenuto in una confezione a forma di coppa sportiva dorata o argentata, con decorazioni un po’ mosce di palmette. E’ prodotto a Gaza da un tale che si chiama Shadi Adwan con una compagnia che si chiama “Stay stilish” (potremmo tradurre in linguaggio giovanile “restiamo stilosi” magari facendo il verso al “restiamo umani” di un tale che fu ammazzato da quelle parti…). Il punto però, per nulla “stiloso” o umano è che l’M-75 è un razzo, che Hamas si vanta di aver prodotto a Gaza (naturalmente su know-how iraniano) e di aver spedito un paio di mesi fa a Gerusalemme. Un po’ peggio che se qualche russo facesse una colonia intitolata “Kalashnikov”, o i tedeschi un dopobabrba “Leopard”. Immaginatevi voi se ci fosse un deodorante israeliano chiamato Uzi. Lo vedete qui: http://rt.com/news/rocket-m75-perfume-gaza-809/. Ma il nome è molto popolare, tanto che gli innocenti ragazzi palestinesi di Gerusalemme, dopo essersi dilettati a dar la caccia agli haredim con la neve (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/164113#.UPHMEHdGY1p ) o ai comuni israeliani con i sassi (https://www.facebook.com/photo.php?v=324502710988600&set=vb.202904329722325&type=2&theater), gli hanno costruito nei giorni scorsi una specie di replica di neve sul piazzale del Tempio di Gerusalemme (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/164064#.UPUTQmeyl-w).
2) Il processo si sta svolgendo negli Usa e riguarda una richiesta di danni di vittime del terrorismo all’Autorità Palestinese. La cosa singolare è questa: nello scambio di documenti fra le parti, l’avvocato difensore dell’AP ha infilato senza volere un memorandum dei suoi clienti, in cui si descrive per filo e per segno la collaborazione di un ufficiale delle forze di sicurezza palestinesi, il capitano Raed Nazal con il terrorista Sadeq Hafez del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina nella realizzazione dell’attentato suicida a Karnei Shomron in cui furono ammazzati tre adolescenti. Per essere precisi, Hafez si fece saltare e Nazal pianificò e diresse l’attentato: un’altra prova della perfetta contiguità col terrorismo dell’Anp, a quel tempo diretta da Arafat, come sosteneva allora Israele contro le voci di tutta la stampa e i politici occidentali che dicevano “spontanea” l’ondata terroristica. Su istanza dell’avvocato dei palestinesi, che ha sostenuto che si tratta di un documento confidenziale della difesa, il giudice ha ordinato di non tenerne conto e di rerstituirglielo, perché lo nascondano di nuovo o lo distruggano (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=299526). Avrà ragione il giudice, sul piano procedurale. Sul piano storico e morale, invece, il documento è importante e permette di vedere un rapporto fra preteso “stato” palestinese e omicidi di massa che è unico al mondo.
3) La celebrazione è stata tenuta il 4 gennaio dal presidente dell’Anp, Muhammed Abbas, in onore dell’anniversario della fondazione di Al Fatah, ed è un elenco dei “martiri della rivoluzione palestinese”. Se siete curiosi di leggere la lista o di sentirlo dalle labbra del “partner di pace” come lo definisce anche la sinistra israeliana, trovate qui il testo e il filmato (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/164091#.UPUO-meyl-y). Se vi annoia l’elenco, sappiate che sono tutti indistintamente colpevoli di aver organizzato o eseguito stragi di civili israeliani. Come se in Germania qualcuno commemorasse Eichmann, Goering, Himmler. Del resto l’anniversario che festeggiano, in amichevole concorrenza coi 25 anni di Hamas, non è quello della fondazione del movimento, ma del suo primo attacco terroristico. Chi festeggiano e come si può vedere dall’analisi della loro pagine Facebook che trovate qui: http://myemail.constantcontact.com/Fatah-s-Facebook–Glorifying-terror–inciting-hatred–and-erasing-Israel.html?soid=1101929139886&aid=nHEgVIiGJbw).
Un profumo, un processo, una celebrazione. Qualcuno ha detto che un indizio è un indizio, due fanno un sospetto, ma tre fanno una prova. Ecco, abbiamo una prova: della volontà di pace dei palestinesi, non occorre dirlo.
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