Perché la Repubblica Ceca ha votato no sulla Palestina?
C’entra la politica filo-americana del governo, ma anche gli accordi di Monaco del 1938 e una lunga vicinanza a Israele
1 dicembre 2012
La Repubblica Ceca è stata uno dei 9 stati che giovedì hanno votato contro l’ammissione della Palestina alle Nazioni Unite come “stato osservatore non membro”, l’unico di tutta l’Unione Europea. Si è trattato solo dell’ultima manifestazione di una stretta alleanza diplomatica tra Repubblica Ceca e Israele che dura da molto tempo. Anche un anno fa, ad esempio, la Repubblica Ceca aveva votato contro l’entrata della Palestina nell’UNESCO. Durante l’operazione Piombo Fuso, nel 2008-09, era stato l’unico paese europeo a sostenere il diritto di Israele a difendersi. Una posizione sostenuta anche in occasione della guerra in Libano nel 2006. Insomma: la Repubblica Ceca è considerata uno dei più fedeli alleati di Israele in Europa.
(La lista completa di chi ha votato cosa, sulla Palestina)
Certamente influiscono su queste scelte il fatto che l’attuale governo di centrodestra sia vicino alla politica estera statunitense (oltre che a quella dei cosidetti “euroscettici”). Appoggiare Israele, in realtà, è anche un modo per restare vicino agli Stati Uniti, un altro dei nove paesi che hanno votato contro nella recente votazione alle Nazioni Unite. Ma la vicinanza dei cechi ad Israele risale addirittura agli anni ’20, quando uno stato ebraico in Palestina ancora non esisteva.
E a voler andare ancora più indietro, il motivo di questa solida alleanza ha le sue radici nella storia. Già nel Medioevo e nei secoli successivi quella che oggi chiamiamo Repubblica Ceca, la Boemia, era un paese multiculturale. Apparteneva al Sacro Romano Impero, ma si trovava al confine con l’Europa orientale. Aveva una popolazione in parte di lingua tedesca e in parte di lingua ceca, cioè slava. Era presente una forte comunità ebraica, divisa anch’essa tra ebrei di lingua germanica e slava.
A causa di questo clima multiculturale, le antiche élites boeme erano animate da sentimenti antisemiti molto meno intensi che nei paesi confinanti, come la Polonia ad esempio. Gli ebrei all’epoca erano molto integrati con il mondo dell’industria, dell’arte, della scienza e della finanza. All’epoca della prima repubblica (che all’epoca comprendeva anche la Slovacchia che si sarebbe poi separata dopo la caduta del muro di Berlino), nata in seguito alla fine dell’impero austro-ungarico dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, il clima nel paese era di vero e proprio filo-sionismo.
Il primo presidente del nuovo stato, Tomáš Garrigue Masaryk, appoggiò la creazione di uno stato ebraico in Medio Oriente e fu tra i primi capi di stato a visitare negli anni Venti la Palestina Britannica, dove all’epoca stavano cominciando ad insediarsi numerose comunità ebraiche. In riconoscenza del suo contributo alla nascita di Israele, a Tel Aviv gli è stata dedicata una piazza. La prima repubblica cecoslovacca ebbe una vita molto breve: in seguito agli accordi di Monaco negli anni ’30 il piccolo stato fu, praticamente, ceduto senza contropartite alla Germania nazista in cambio della pace.
In sostanza, con la conferenza di Monaco, una larga parte della Repubblica Ceca abitata da cechi di lingua tedesca fu ceduta alla Germania. Nei mesi successivi l’Ungheria fascista si annetté altri territori cecoslovacchi e alla fine il poco che rimaneva divenne un protettorato tedesco. Tutto questo avvenne prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale e con il consenso di Francia e Regno Unito.
Questi eventi, fondamentali ancora oggi per i cechi, hanno portato il paese ad avere una sfiducia naturale nella capacità della comunità internazionale di risolvere i conflitti con la diplomazia. Inoltre è possibile che la Repubblica Ceca si identifichi con Israele: in questa visione, Israele sarebbe l’unica democrazia circondata da stati autoritari che ne minacciano l’integrità, proprio come la piccola repubblica negli anni Trenta.
Si tratta di una teoria che sembra confermata dagli avvenimenti degli anni successivi. Nel 1948, dopo il ritorno all’indipendenza in seguito alla fine della guerra, la Cecoslovacchia fu uno dei primi paesi a riconoscere lo stato di Israele, ma lo stesso anno fece anche altro. Come ad esempio violare l’embargo e spedire 10 mila fucili e quasi cento aerei da combattimento, più munizioni e altre armi ancora, per permettere a Israele di difendersi nella prima, e più difficile, delle guerre arabo-israeliane. Israele ricambiò il favore nel 2004, concedendo le sue basi ai piloti cechi per addestrarsi in vista della missione in Afghanistan.
– Perché il voto all’ONU sulla Palestina è una cosa buona, di Giovanni Fontana
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