Nella notte l’incontro a nove dell’esecutivo di Tel Aviv. 111 le vittime. CNN: in movimento navi Usa per una possibile evacuazione. Spari all’ambasciata americana: i motivi non sarebbero politici.
La notte su Gaza . I raid aerei continuano, così come il ronzio incessante dei droni israeliani e di qualche F-16 nel cielo della Striscia. Ma l’intensità dei bombardamenti sembra affievolirsi relativamente.
E il drammatico computo delle vittime non fa grossi balzi in avanti.
Sarebbero 111 i morti nelle Striscia. Tra di essi un padre con i due figli, colpiti questa notte, secondo Ashraf Al Qedra, portavoce del Ministero della Sanità di Hamas, dai raid di Israele. Centrata anche la Banca nazionale islamica. Sfiorata la strage a Beer Sheva, dove un razzo lanciato da Gaza ha quasi centrato un autobus. I passeggeri erano scesi al suono delle sirene d’allarme. Solo ferito l’autista.
Stop all’azione via terra. Avanti con la tregua
A Tel Aviv un meeting delicatissimo tieni occupati nove membri dell’esecutivo, compresi il l premier Netanyahu, il ministro della Difesa, Ehud Barak e quello degli Esteri, Avigodr Lieberman. In ballo c’è la tregua tra le due parti, sponsorizzata dall’Egitto di Morsi, che in questa crisi si è ritagliato un nuovo ruolo di mediatore tra le istanze israeliane e palestinesi, cercando un accredito agli occhi della comunità internazionale.
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La discussione interna decide per un rinvio di quella azione via terra che nei giorni scorsi era sembrata più volte sul punto di prendere vita. Resta il richiamo per i riservisti. Ma per ora il confine con la Striscia di Gaza non verrà superato dalle truppe di terra. Si decide invece di dare più tempo a una ricomposizione diplomatica delle ostilità, anche se il vice primo ministro Moshe Yaalon sottolinea che “se gli attacchi terroristici persistono, dovremo espandere l’operazione”.
Hillary Clinton a Gaza
Nella notte, secondo la CNN, gli Usa hanno spostato verso Gaza tre navi da guerra, in vista di una possibile evacuazione dei propri cittadini dal territorio israeliano. “Una misura precauzionale” e al momento “remota”. Mentre la Casa Bianca nega responsabilità nella scelta di non invadere Gaza, richiamandosi al diritto israeliano a “prendere proprie decisioni in tema di sicurezza”, continuano gli sforzi internazionali per una ricomposizione della questione.
Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arriverà oggi in Israele. Visiterà anche i territori e l’Egitto. Domani incontrerà il premier Benjamin Netanyahu. Oggi pomeriggio l’incontro tra Bibi e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
In mattinata una guardia giurata ha aperto il fuoco fuori dall’ambasciata Usa di Tel Aviv, dopo un tentativo di assalto da parte di un uomo armato di scure.
Da.IlGiornale
One Response to Israele, verso una tregua con Gaza. Obama invia Hillary Clinton.
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