Ultimi soldati o marinaretti.
Testata: Informazione Corretta Data: 03 ottobre 2012 Autore: Ugo Volli.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli .
Cari amici,
avete presente Teruo Nakamura? No? Male. E’ stato l’ultimo soldato giapponese della seconda guerra mondiale, che ha continuato a combattere, o almeno a nascondersi nella foresta indonesiana fino al 1974, quando fu scoperto e qualcuno gli spiegò che il gioco era finito da vent’anni (http://it.wikipedia.org/wiki/Teruo_Nakamura). Un’opera buona che qualcuno dovrebbe estendere anche all’Europa contemporanea, Eurabia per gli amici.
Non mancano infatti gli ultimi soldati europei, solo che non si riferiscono alla guerra mondiale, bensì alla campagna di Gaza. Gaza non può dirsi occupata da più di sette anni. Fu infatti nel 2005 che il governo Sharon decise di obbligare con le buone o con le cattive gli abitanti dei villaggi ebraici presenti sulla striscia di Gaza ad andarsene, e l’operazione fu conclusa in settembre (http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/esteri/moriente16/evacuaz/evacuaz.html). La storia dirà se fu un errore, come senza dubbio è vero sul piano militare, perché da allora sono iniziati i bombardamenti coi razzi del sud di Israele, e ne sono stati lanciati più di 10.000 da allora, o un provvedimento saggio sul piano demografico, perché ha assicurato una stabile maggioranza alla popolazione ebraica in terra di Israele e su quello politico, perché un risultato dell’operazione è stato quello di evidenziare la divisione fra Hamas e Fatah, con le conseguenze che sappiamo.
Fatto sta che non c’è da sette anni un solo soldato israeliano che abbia presenza stabile nella striscia di Gaza, anzi sì, c’è stato Shalit rapito dai criminali di Hamas, che ancora lo insultano in maniera perfettamente analoga a come i neonazisti hanno ripreso a insultare Shlomo Venezia dopo la sua morte: per essere stato una vittima. Guardate per esempio l’ennesimo clone della serie Repubblica, Manifesto, Fatto, che si chiama Pubblico (il quale a proposito del grottesco boicottaggio di Hamas scrive oggi: “Secondo Sarsak, «l’invito del Barcellona a Shalit significa che il club è complice di un soldato sionista colpevole di aver ammazzato innocenti palestinesi e che ignora i sentimenti di milioni di tifosi del Barca in Palestina e nel mondo arabo». E anche se l’ex detenuto lascia aperta una porta per il futuro («se mi inviteranno un’altra volta ci penserò, purché non ci siano di mezzo i sionisti») , il Barca sa bene di aver perso, insieme a Sarsak, il tifo di tutta la Palestina […] in questa catastrofica iniziativa diplomatica”.
Ma torniamo agli ultimi soldati giapponesi o eurarabi di Gaza. Non c’è nessuna occupazione israeliana, l’ha riconosciuto la stessa Hamas (http://www.standwithus.com/app/inews/view_n.asp?ID=2441), questa è la versione ufficiale dell’agenzia Ma’an: (http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=520228): ““Gaza is free of occupation, and contiguity with the outside world is easier as visitors from all over the world visited the coastal enclave.”, cioè “Gaza è libera dall’occupazione, e la contiguità con il mondo esterno è più facile per i visitatori provenienti da tutto il mondo nella striscia.” Parola dello storico “ministro degli esteri” di Hamas, Mahmoud Zahhar.
Se lo dicono loro… Ma agli ultimi soldati giapponesi d’Eurabia questo non basta. Si sono messi a fare i marinaretti, coi pantaloni corti blu e il grande colletto bianco… Qualche settimana fa infatti dalla Norvegia (e da dove se no – il paese più antisareliano d’Europa) e dalla Svezia (e da dove se no, il paese dove l’antisemitismo è più o meno una politica ufficiale), è partito un piccolo naviglio, anzi un “veliero”, che intende emulare le imprese della flottiglia originaria e forzare il blocco di Gaza. Nessuno evidentemente ha detto loro che la flottiglia originaria era parte del piano turco di conquistare le simpatie islamiste all’interno e quelle arabe all’estero, che la guerra di Siria ha travolto tutte queste cose e che il capo della Mavi Marmara è stato processato proprio in Turchia per appoggio ad Al Queida; nessuno deve neanche aver detto loro che in Siria c’è una guerra civile che in un anno e mezzo ha fatto venti volte più vittime di Piombo fuso e se c’è bisogno di aiuti umanitari nel medio oriente, questo accade a Aleppo e non a Gaza.
Gli ultimi soldati vanno dritti, anzi no, fanno deviazioni strategiche e una riguarda l’Italia e naturalmente Napoli, dove regna un altro ultimo soldato, che avendo sbagliato parecchio come giudice, avendo cioè indagato tutto e tutti senza risultati giudiziari dei suoi teoremi, ha trovato comunque il modo di incassare l’eco mediatica della sua attività facendosi eleggere sindaco e adesso fa l’ultimo soldato dell’ultrasinistra, naturalmente appoggiando il piccolo naviglio nel comodo porto partenopeo. C’è un appello che gira per chiedergli di occuparsi di cose più serie e lasciar stare Gaza, o meglio l’aggressione propagandistica antisraeliana che il veliero intende promuovere. Ma dubito che l’ultimo soldato napoletano legga queste cose, ha altro da fare. In cambio ad appoggiare il “veliero”, c’è il solito elenco di vedove inconsolabili del comunismo: gli Agnoletto, i Giulietti, le Morgantini, i Chiesa… e Moni Ovadia, che di solito evito di nominare, ma che questa volta devo citare, perché ha rilasciato un video che merita di essere visto (http://www.youtube.com/watch?v=2Hq7ezFIQ_E), tanto è confuso, tautologico, privo di argomenti, vuoto, balbettante. Forse da teatrante consumato. Ovadia si rende donto del ridicolo di fare l’ultimo soldato di un movimento Hamas, che ormai non si sogna di lamantarsi per l'”occupazione” ma cerca di entrare nel gioco grande della Fratellanza Musulmana di cui è una filiale, che ha preso il potere in Egitto, Tunisia e mezzo mondo arabo. O forse chi gli scrive i copioni era in vacanza e per una volta Ovadia ha dovuto esprimere il suo pensiero. Comunque guardatelo, sembra davvero uscito dalla giungla mezz’ora prima, un po’ confuso mentre giura fedeltà a un imperatore morto da tempo.
(Poi ci sarebbe da parlare dell’ultimo soldato Pisapia, sindaco di Milano, che essendo andato in Israele qualche settimana fa ha organizzato con l’aiuto del suo nemico/assessore alla cultura una costosissima tre giorni della “cultura palestinese”, su cui a quel che mi scrivono i miei corrispondenti sarebbe bene che la magistratura facesse qualche indagine… ma questo è un altro discorso, che magari prima o poi faremo).
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