Fioravanti scrive al Giornale: “Non so se la pista palestinese sia giusta. Ma il terrorismo arabo in Italia ha fatto 60 morti. E nessuno li piange”.
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di«Giusva»Fioravanti, condannato per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Fioravanti ha ammesso altri delitti, ma ha sempre negato ogni responsabilità per la bomba di Bologna. Oggi, dopo aver scontato la pena, è in libertà.
**Sono stati aggiunti anche i commenti nel sito de IlGiornale.**
Caro direttore,
la strage di Bologna è avvenuta 32 anni fa, le indagini si sono concluse 25 anni fa e la nostra condanna è datata 20 anni. Fu una condanna atipica, dove la procura prima, e le corti poi, sostennero che le prove vere erano state nascoste dai servizi segreti e quindi bisognava per forza affidarsi agli indizi.
L’indizio principale era che le stragi in Italia le fanno per forza i fascisti, nel periodo in questione io e mia moglie eravamo i terroristi fascisti più noti, quindi… «non potevamo non sapere». La sentenza ammetteva che il quadro probatorio non era completo, e sostanzialmente rinviava a una «inchiesta bis» per individuare i tasselli mancanti. Il fatto è che i tasselli mancanti erano molti. La sentenza per la parte che riguardava noi ammetteva che nessun testimone ci aveva mai visti a Bologna, e che quindi non eravamo stati noi a portare la bomba dentro la stazione, ma sicuramente (per il ragionamento di cui dicevamo prima) facevamo parte del gruppo che tale strage aveva organizzato. Veniva rinviato alla «inchiesta bis» l’incarico di individuare gli effettivi esecutori materiali «in loco», individuare l’origine dell’esplosivo, individuare il movente, e individuare i mandanti. Come dicevo, da quella promessa di «inchiesta bis» sono passati 20 anni, e nulla è stato trovato. La cosa, comprensibilmente, crea un certo nervosismo. Chi ama la vecchia sentenza grida alla luna che il processo non riesce ad andare avanti perché io non confesso chi sono i miei mandanti e gli altri della banda. In linea strettamente teorica potrebbe essere una ipotesi. Però poi di ipotesi se ne possono fare altre, ad esempio che l’inchiesta non riesce ad andare avanti perché sin dall’inizio marcia nella direzione sbagliata. Questa cosa iniziò a dirla pubblicamente Cossiga già nel 1998, quando con Francesca andammo a trovarlo sperando potesse darci informazioni utili per ridiscutere il nostro processo. Ci disse che fogli «firmati e bollati» non ne aveva, ma che la vera pista su Bologna era quella palestinese. Sono passati altri 14 anni, e nel silenzio di molti, alcuni storici dilettanti (nel senso positivo del termine, ossia di gente che fa le cose per passione, non per tornaconto) hanno iniziato a studiare una materia difficilissima, il terrorismo arabo in Italia. Non se ne sa niente, non esistono libri esaustivi né niente. Ma il terrorismo arabo in Italia ha fatto più di 60 morti, e più di 300 feriti. Ma non se ne parla mai, non c’è mai una commemorazione, mai un servizio rievocativo in televisione, mai una lapide da nessuna parte, mai una associazione dei parenti delle vittime. Quando il presidente Napolitano ha istituito la giornata a ricordo delle vittime del terrorismo, nell’elenco preparato dagli uffici del Quirinale non c’era nessuna di queste 60 vittime.È su questo silenzio che, assieme ad alcuni di questi «storici dilettanti», stiamo ragionando. Silenzio sulle vittime, e sempre scarcerazioni in tempi fulminei dei vari palestinesi arrestati. Che è un po’ quello che sta succedendo ancora oggi, quando l’Italia, non importa chi in quel momento sia al governo, cede sempre ai ricatti del terrorismo filo-arabo, e paga tutti i riscatti e non arresta mai nessuno. Dopo che si è scoperto che fisicamente presenti a Bologna c’erano due terroristi dell’estrema sinistra tedesca legata al terrorismo palestinese, è ovvio che le persone ragionevoli si pongano il dubbio se c’entrino qualcosa. È ovvio che se si scopre che tra le vittime di Bologna c’era un giovane dell’Autonomia Operaia romana, le persone ragionevoli si ricordano che solo pochi mesi prima, a Ortona, tre capi dell’Autonomia Operaia romana erano stati arrestati mentre trasportavano un potente missile terra aria per conto di un certo Saleh, dirigente del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina che abitava a Bologna. Viene spontaneo, alle persone semplici, domandarsi se per caso, come era successo pochi mesi prima nelle Marche, anche il 2 agosto a Bologna dei giovani romani stessero aiutando i loro amici palestinesi a trasportare un carico di armi. Se poi ci aggiungiamo che dal carcere in Francia il capo dei terroristi filopalestinesi dell’epoca, Carlos lo Sciacallo, in diverse interviste ha ammesso che la sua «Organizzazione» quel giorno era presente alla stazione di Bologna… Carlos dice che un loro trasporto è stato boicottato dagli americani o dagli israeliani per rovinare i buoni rapporti tra i terroristi palestinesi e i nostri servizi segreti (lo ha scritto diverse volte, e questa tesi è stata confermata da almeno due dirigenti palestinesi ormai in pensione, ma nessuno sembra stupirsene). Cossiga prima di morire in diverse interviste aveva parlato anche lui di un «incidente», ma lo riteneva casuale. Un funzionario dei servizi segreti civili italiani fu il primo, mi pare già nel 1981, a dire che si trattava di un incidente, ma venne messo a tacere, e tutto sommato fu facile parlo perché risultava iscritto alla P2. Licio Gelli, senza tutti i ragionamenti e i riscontri che invece aveva fornito Cossiga, parla anche lui da 30 anni di un «incidente», seppure in una maniera un po’ grossolana. Io, storico dilettante più scarso degli altri, ancora non ho nessuna convinzione certa su ciò che è accaduto a Bologna. Mi rendo conto però che certi argomenti creano preoccupazione. Mi sembra un buon segno. Però ci vorrà ancora tempo, tanta pazienza e un pizzico di coraggio per avvicinarsi se non alla verità, almeno al contesto della verità.
Gio, 02/08/2012 – 08:20
io metterei in galera tutti i compagni che hanno sbagliato, compreso il baffo lanciatore di molotov, il vero proprietario della casetta a montecarlo e poi affiderei tutto ad una “inchiesta bis”, esattamente come vogliono fare con Berlusconi… solo che a differenza di “altri” lo hanno già rivoltato come un calzino più volte, da quando è nato e previsto anche i prossimi anni, questo lo hanno fatto più volte a lui… ad altri invece… beh che vuoi che sia avere un appartamento a canone agevolato o la barca, io “lavoro”.. peccato che chi ha “lavorato” come lui doveva versare al partito…
Gio, 02/08/2012 – 08:34
non si possono commemorare le vittime del terrorismo arabo in Italia perchè i comunisti sposarono in pieno la causa palestinese,e di conseguenza i terroristi arabi erano considerati come quelli rossi,”compagni che sbagliano”!mille volte meglio dare la colpa ai soliti fascisti dando vita al pubblico sdegno per convincere il popolini bue che quello che c’era,allegra dc al governo e compagni duri e puri all’opposizione distruttiva era sempre il meglio possibile!
Gio, 02/08/2012 – 10:07
E do ragione a Fioravanti.Non so perche l attentato di fiumicino, e quello della sinagoga di Roma , non trovarono nell opinione pubblica quel risentimento antipalestinese.Tutto messo a tacere per complicita di politici rossi e cattosimili.Il collegamento al fatah,con l omino con i baffi, sia a tunisi ; a beirut,la sinistra internazionale a spadroneggiare per l Italia di quegli anni .Odierni i soliti contestatori con bandiere rosse ,e palestinesi che scorazzano ad ogni manifestazione pro araba e contro israele ne sono la conferma che in Italia si occultano i fatti ,e da dove potrebbero provenire , ma non si capisce perche non si va in quella direzione ad indagare.
Gio, 02/08/2012 – 10:09
La verità??? Ma potrà mai un’acrocchio di nazione con una costituita fatta da veri autentici ipocriti e mistificatori come i comunisti e i catto, dire una dico una verità,……..non rientrava nello statuto di un vero REGIME.
Gio, 02/08/2012 – 10:14
Killkomos. Vivo da 40 anni a Bologna. E posso dire, purtroppo, io c’ero. Nel senso che ero sceso da treno 15 min prima. E meno male che vennero a prendermi in auto e andammo via subito. Altrimenti non sarei qui a scriverle. LE SUE PAROLE SONO SACROSANTE. Non ne posso aggiungere mezza ! Anche questa è l’Italia purtroppo. Con tutti gli enormi disastri dall’avere, per tutta la sua storia di Repubblica, il PCI. Il più grande agglomerato di comunisti dell’Occidente. E i risultati si vedono ancora oggi !
Gio, 02/08/2012 – 10:46
In questo Stato libero e democratico tiranneggiato da decenni dai rossi potevano essere stati solo i fascisti; non certo i terroristi arabi amici degli italici compagnucci.
luigipiso
Gio, 02/08/2012 – 10:48
Qaando interviene Duxducis? E’ luogo congeniale e naturale per lui questo articolo
Gio, 02/08/2012 – 10:46
Ho seri dubbi che Fioravanti abbia ragione. E si è fatto 20, dico 20 anni di galera per un reato che a qualcuno ha fatto comodo far credere che abbia commesso lui. Questa è la nostra giustizia cari signori. Roba da far paura……..
Gio, 02/08/2012 – 10:57
Fioravanti è un crudele assassino reo di uccisioni a sangue freddo da far rabbrividire. La stessa sensazione che mi prende quando vedo che gli viene dato rispetto e credibilità. ho letto cose giuste per lo sdegno dello spazio dato a battisti da altre testate…come sempre due pesi due misure…
Gio, 02/08/2012 – 11:22
Certo, ci sono di mezzo dei morti ed uno schiaffo pesantissimo all’orgoglio nazionale, ma come la mettiamo con tutte quelle hermesse rosse di ogni 2 agosto e per 32 anni, tutte inneggianti all’orgoglio dei compagni feriti nell’intimo per il vile attentato fascista? Se è vero come si dice i compagni di ieri ed i sinceramente democratici di oggi se la sono presa in quel posto dai loro tanto, troppo amati fratelli palestinesi.
Gio, 02/08/2012 – 11:33
Parlare del terrorismo palestinese e dei “fratelli islamici”, in genere, non è indice di “bon ton” ed è ,soprattutto, “politically uncorrect”. Vi siete mai chiesti perchè nessuno ha mai pensato di commemorare (o anche, solamente, ricordare)la strage all’aeroporto di Fiumicino? Meditate, gente, meditate.
One Response to Giusva e le colpe della strage: “La verità? Fa troppa paura”.
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A proposito di Palestinesi, spero qualcuno abbia visto Route 181 (Michel Khlefi.Eyal Sivan), Terra Promessa (Amos Gitai), Nekam Achat Mishtei Einai (Avi Mograbi), Machssomim (Yoav Shamir) o Jenin (Muhammad Bakri). Purtroppo è tutto vero, al di là e al di sopra di qualsiasi ragionevole dubbio, ma è vero in rapporto all’attualità contemporanea, e con la storia del Medio Oriente c’entra poco e nulla. C’entra poco e nulla perchè i palestinesi non sono esattamente quelli che vivono in Palestina. Anzi: di palestinesi, ovverosia felestin, non ce ne sono più nè traccia nè ombra, e non ce ne sono perchè i felestin non esistono più. Vennero dall’isola di Creta, cacciati a loro volta dall’invasione Greca, e quando i Turchi islamizzarono quel territorio vennero tutti assorbiti nella turca genie. Israele non ha nessun interesse muovere guerra a dei perfetti estranei, ma il concorrente musulmano da’ fastidio a certune accolite finanziarie, che tentano così di sobillare gli ebrei, i quali ribattono che loro non hanno alcun guadagno a far guerra a chichessia, così, senza ragione, ed è per questo che di ragioni, dalla nascita di Israele a tutt’oggi, non ne sono mai state fatte mancare. Dopotutto, l’arma del terrorismo è eccezionale in casi del genere, perchè il terrorista lavora sempre nell’ombra e può, di fatto, essere chiunque. Purtroppo si fa l’errore di scambiare il terrorista per palestinese ed acquisire gli entrambi come arabi generici. E che bisogno c’è, quindi, di osteggiare il concorrente finanziario musulman in testa, e per di più a comando, quando c’è a disposizione un esercito intero che gli può battere in testa ogni volta che una bomba fa strae di innocenti civili. Inoltre, a ben guardare, le tecniche militari sperimentate nel caso Gaza sono, tutte, caratterizzate da un comune risultato, quello dello sterminio, da tempo realizzato attraverso il massiccio impiego di ordigni al fosforo. Ora, lo sterminio di una popolazione non è una novità; lo hanno fatto un po’ tutti. Fatto sta che le armi israeliane provengono in gran parte dagli Stati Uniti, i quali, a suo tempo già fecero sterminio di un’altra popolazione indigena. Non penso sia necessario aggiungere altro.