L’islamizzazione del Monte del Tempio.
Testata: Informazione Corretta Data: 03 giugno 2012 Autore: Giulio Meotti.
Il Kotel, o Monte del Tempio Giulio Meotti
Il Monte del Tempio è’ la Casa di Dio. Per secoli, gli ebrei hanno ricordato la distruzione del Sacro Tempio a Gerusalemme frantumando un bicchiere ai matrimoni o lasciando non dipinto un pezzo di muro delle loro case. Il Monte del Tempio è il magnifico edificio che ha rappresentato per i fedeli il simbolo della gloria di Dio per 4.000 anni. E’ il Monte Moriah, menzionato nel libro della Genesi. E’ il luogo in cui l’umanità ha ricevuto il dono del monoteismo. E’ il luogo in cui la “shechinà”, o la presenza di Dio ha preso dimora. Anche l’immaginazione laica, ebraica o non, è stata plasmata dal “Santo dei Santi”, il luogo più sacro del popolo ebraico. E’ lì che re Davide ha innalzato un santuario per l’Arca dell’Alleanza, e re Salomone ed Erode costruirono i Templi. L’imperatore romano Adriano fece sorgere su queste rovine un tempio pagano dedicato a Giove; i Crociati lo usarono come una discarica di rifiuti per profanare la sua importanza per l’ebraismo e trasformarono l’area in una stalla per i cavalli; gli arabi più tardi, costruirono i loro luoghi santi islamici su quelli del loro nemico sconfitto.
Molti ebrei osservanti oggi non mettono piede sul Monte del Tempio, avendo timore di calpestare il terreno che copre le rovine del Santo dei Santi, dove l’accesso era permesso solo al Sommo Sacerdote nel giorno di Yom Kippur. Questo è sufficiente per tenerli lontani. Ma ci sono quelli che credono di avere il diritto di pregare sul luogo su cui sorgeva il Tempio, in particolare nel giorno di Tisha be’Av, l’anniversario della sua distruzione (anche Maimonide aveva pregato lì). Sebbene molti autorevoli rabbini proibiscano di pregare sul Monte, altri leader ebrei molto importanti lo consentono. E c’è un movimento di coraggiosi, guidato dal rabbino Yisrael Ariel e dal professor Hillel Weiss, che sta cercando di sensibilizzare il pubblico israeliano sul significato del Monte del Tempio. Sta crescendo, e conduce una battaglia storica per i diritti degli ebrei sul loro luogo più sacro.
In teoria, Israele oggi controlla il Monte del Tempio. In realtà, fin dal 1967, quando l’esercito israeliano aveva strappato il “luogo santo” all’esercito giordano, lo Stato ebraico aveva rinunciato alla libertà religiosa per gli ebrei. Subito dopo la liberazione di Gerusalemme, il ministro della Difesa Moshe Dayan aveva consegnato le chiavi del Monte del Tempio al Waqf, la fondazione religiosa musulmana che funge da custode del sito, che comprende quattro minareti musulmani. Storicamente va rilevato che solo sotto il governo israeliano il luogo venne aperto a tutti, musulmani, cristiani ed ebrei. Il Waqf islamico ora sta tentando di distruggere deliberatamente tutte le prove delle rivendicazioni ebraiche su questo luogo, con l’uso del terrore e dell’intimidazione al fine d’imporre la sua pretesa esclusiva sul Sacro Monte. Il Waqf ha proceduto su due fronti: de-giudaizzare il Monte con la distruzione archeologica e islamizzarlo impedendo agli ebrei di venirvi pregare. La libertà di culto per tutte le religioni, compreso il libero accesso ai luoghi santi di tutte le fedi, è sempre stato un principio cardine di Israele. E in tutti i modi Israele ha onorato questo principio, anche in circostanze estremamente difficili. E’ assurdo che il luogo più sacro dell’ebraismo debba essere l’unico posto in Israele, in cui viene violato questo principio. Nulla giustifica la violazione dei diritti religiosi al Monte del Tempio. Tale violazione pregiudica il rispetto per lo Stato di diritto in Israele facendosi beffe della legge che garantisce la libertà per tutte le fedi. Il Waqf islamico ha cancellato ogni segno dell’antica presenza ebraica sul Monte. All’ingresso, un cartello in arabo dice: “ Il cortile della moschea Al-Aqsa e tutto ciò che è al suo interno, è proprietà islamica”. Per cui oggi è proibito agli ebrei pregare sul Monte e non è neppure permesso loro di portare con sè alcun oggetto sacro. Sorvegliando assieme a religiosi musulmani le visite, la polizia israeliana ha spesso fermato degli ebrei per varie violazioni, quali ad esempio cantare o recitare una preghiera, persino sussurrandola. Pochi giorni fa la polizia israeliana ha emesso nuove istruzioni draconiane per i non-musulmani che salgono al Monte. Ai non musulmani oggi non è neppure permesso di chiudere gli occhi mentre sono sul Monte o fare qualsiasi cosa possa sembrare una preghiera. Donne ebree sono state interrogate dalla polizia e dai funzionari del Waqf, perchè stavano pregando sul Monte del Tempio. E’ dunque un crimine per un ebreo invocare il nome di Dio sul Monte del Tempio? Perché lo Stato di Israele si rende complice nel far rispettare questa regola anti-semita?
Le bugie sono ossessive: gli ebrei, disse il leader palestinese Yasser Arafat, non sono mai stati a Gerusalemme e il Tempio non è mai esistito. Questa menzogna da allora è stata ripetuta in continuazione. Il Ministro della Giustizia dell’Autorità palestinese, Sheik Taysir Tamimi, ha dichiarato che i templi ebraici “non sono mai esistiti”. Nell’ottobre del 1990, la sola vista di una dozzina di pretesi fedeli ebrei (che erano stati però subito allontanati) generò una sommossa che bagnò col sangue il Monte del Tempio. I quotidiani in lingua ebraica Yediot Aharonot e Arutz Sheva, hanno di recente rivelato che “resti preziosi di Israele, dei due Templi ebraici, erano stati gettati dai membri del Waqf in una discarica improvvisata”. La maggior parte dei danni fu arrecata allo spazio dei sotterranei che i crociati avevano denominato “Scuderie di Salomone”; si trovava sotto la superficie del Monte, ed era utilizzato dagli antichi sacerdoti del Tempio per conservare paramenti e oggetti. La piccola sala è ora utilizzata per la preghiera musulmana. Le autorità israeliane hanno accolto la proposta del Waqf di convertire le “stalle” in un’area di preghiera islamica, chiamata “massalam”. Una camera sotterranea con due pilastri e un arco del periodo del Secondo Tempio sono già stati trasformati in una moschea, e ci sono voci su un progetto che prevede di unificare le moschee in modo da coprire tutta l’area esterna. Il Waqf ha anche distrutto pietre lavorate da artigiani ebrei di 2000 anni fa nel “doppio corridoio”sotterraneo. Le autorità israeliane si sono sottomesse al desiderio del Waqf di creare un’uscita di emergenza, solo per scoprire dopo, che la struttura islamica aveva danneggiato la parete esterna del Monte del Tempio. Già nel 1970, il Waqf aveva distrutto il muro orientale del complesso del Tempio erodiano. Altri gravi episodi di distruzione archeologica erano avvenuti nel 1999 e nel 2007. E’ stato il movimento più massiccio di terra sul Monte del Tempio in tempi recenti. Frammenti di materiale di scavo archeologico sono stati ripescati nella Valle del torrente Kidron, dove il Waqf aveva scaricato la terra asportata al Monte. Invece di lavorare sul sito sotto la stretta sovrintendenza di archeologi israeliani, il Waqf aveva inviato ruspe e poi camion, per rimuovere la terra a tonnellate. La maggior parte dei danni rimarrà irreversibile. Un muro del cortile esterno del Secondo Tempio, è stato completamente polverizzato. Secondo Gabi Barkai, vincitore del Premio Gerusalemme di Archeologia, la sporcizia nella zona circostante è intrisa di storia ebraica di periodi diversi: i Cananei, il Primo Tempio, il periodo del ritorno da Babilonia a Sion, il Secondo Tempio, incluso il periodo Hashmoneo e di Re Erode, giù giù fino ad oggi. I reperti hanno messo in luce frammenti di pietra decorati con ornamenti del periodo del Secondo Tempio, punte di frecce dell’esercito di Nabucodonosor e anche dei Romani, così come monete e decorazioni di varie epoche, gioielli realizzati in vari materiali, tessere di pietra e di vetro provenienti dal pavimento e da mosaici parietali. Tra i reperti più interessanti vi erano anelli con sigillo, ostracons con scritte in ebraico antico, statuette in terracotta e una moneta di bronzo risalente alla Grande Rivolta contro i Romani, recante la dicitura in ebraico, “Libertà per Sion”. L’elenco dei tesori include vasi in coccio, pendenti, anelli, bracciali, orecchini e perle, amuleti, icone e statuette, arazzi lavorati e frammenti di decorazioni di edifici, sigilli e molti altri oggetti. Il più sorprendente ritrovamento era stata l’impronta di un sigillo scritto con lettere in ebraico antico, risalente agli ultimi giorni del Primo Tempio. Mentre il Waqf non permette alcun scavo archeologico sul sito, la sua stessa distruzione continua senza sosta. L’intento è quello di trasformare l’area di 36 acri del Monte del Tempio in un sito esclusivamente islamico, cancellando ogni frammento e memoria del suo passato ebraico. Si tratta di un crimine archeologico che è stato chiamato “Shoah culturale”. Ecco perché vi è urgente bisogno di una campagna internazionale volta a proteggere il luogo più sacro di Gerusalemme. Questa è la battaglia più importante per ogni persona colta, a prescindere dalla sua identità politica e religiosa. È il più grande crimine contro la verità.
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