Testata: Informazione Corretta Data: 12 febbraio 2012 Autore: Sergio I. Minerbi- Giulio Meotti

L’articolo di Giulio Meotti pubblicato il 9 febbraio su IC – ripreso da Yediot – sull’accordo tra Israele e Vaticano sulla gestione/proprietà dei luoghi santi a Gerusalemme, ha giustamente suscitato polemiche. Abbiamo chiesto all’ambasciatore Sergio I.Minerbi un commento, mentre Giulio Meotti ha pubblicato un altro intervento su Arutz Sheva che riprendiamo in questa pagina. Il pezzo di Meotti che ha aperto la questione è uscito il 9 febbraio su IC, ecco il link: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=100&id=43340

In alto a sinistra, l’interno del Cenacolo a Gerusalemme.

 

Il commento di Sergio I. Minerbi:

“La questione del Cenacolo “

Secondo me Israele non deve assolutamente cedere sulla questione del Cenacolo. Il Cenacolo appartiene al Waqf (amministrazione delle proprieta religiose musulmane) poiche` era per secoli proprieta` della famiglia Dejani. Come e` gia` avvenuto e` ammissibile di concedere una volta all’anno che vi si svolga una messa cattolica ma nulla più.
Semel in anno licet insanire. Inoltre il Cenacolo fa parte dello Status Quo religioso del 1852 e chi smuova anche une pietruzza di quell’accordo, rischia grossi guai con le altre denominazioni cristiane. Già alcuni anni fa un Ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, su pressioni di un ebreo convertito e divenuto sacerdote francescano, il padre David Jeger, avanzò una proposta strana. Concediamo il Cenacolo alla Santa Sede ,egli diceva, ed avremo in cambio un milione di pellegrini all’anno. Questa stupida idea è stata probabilmente concepita negli ambienti del Ministro del Turismo, di origine russa. I pellegrini vengono anche oggi e non sempre con risultati brillanti.
Sono stato testimone di quanto raccontava uno studente italiano ventenne a un gruppo di pellegrini davanti alla fotografia di Pio XII al Museo di Yad Vashem a Gerusalemme. Questo Museo non accompagna i gruppi di visitatori con guide autorizzate, ma li lascia liberi di ascoltare le panzane raccontate da persone del tutto incompetenti. Da anni la Santa Sede è occupata a prendere in giro gli Ebrei. Da un lato organizza il dialogo con le organizzazioni ebraiche dove si parla di ecologia ed altre banalità, e dall’altro sotto la spinta del Cardinal Bertone, Segretario di Stato, assume costantemente una posizione politica contro lo Stato d’Israele come è avvenuto al Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente. Sono stato sempre favorevole a sanare il contenzioso fiscale col Vaticano e a mantenere le promesse fatte all’atto della firma del Trattato del 1993 Il modello dovrebbe essere il Concordato fra Italia e Santa Sede, versione originale senza le ulteriori concessioni successive. Molti anni fa, nel 1978, quando ero ancora al Ministero degli Esteri giunsi ad un accordo col Governo Francese sul trattamento fiscale delle loro istituzioni a Gerusalemme. Divisi tali istituzioni in tre gruppi: quelle che hanno anche attività a scopo di lucro, quelle che si dedicano alla preghiera e quelle che aiutano la popolazione locale. Per il primo gruppo si prevedeva la fiscalità normale per le attività di lucro (alberghi o stazioni di benzina), per il secondo gruppo l’unica imposizione era quella municipale “for services rendered” , mentre per il terzo prevedevo non solo l’esenzione totale ma anche sussidi israeliani. Mi sembra che dopo tanti anni si stia raggiungendo oggi una soluzione simile. Ottimo ma che c’entra la cessione del Cenacolo? SERGIO MINERBI

L’articolo di Giulio Meotti (uscito su Arutz Sheva):

“Il patto Vaticano-Olp “

Alcuni giorni fa Israele ha ceduto al Vaticano la sovranità sulla sala dell’Ultima Cena sul Monte Sion di Gerusalemme, un complesso di strutture dove David, Salomone, e i re di Giudea, secondo la tradizione, sono stati sepolti, malgrado questo venga messo in discussione. Delegati ufficiali del Vaticano si sono poi incontrati con dei rappresentatnti dell’OLP a Ramallah. I colloqui sono stati presieduti da Ettore Balestrero, sotto-segretario della Santa Sede per le relazioni con gli stati,e dal ministro palestinese Ziad Al-Bandak. La base di questo nuovo memorandum Vaticano-Olp firmato dai delegati vaticani e palestinesi nel 2000, ripeteva la richiesta vaticana di un mandato internazionale per salvaguardare ” l’identità e il carattere sacro” di Gerusalemme.La Chiesa cattolica chiede a Israele il passaggio della sovranità del Muro Occidentale e del Monmte del Tempio. E’ questa la formula del “sacro spazio”, che comprende l’area del Santuario, del Monte degli Ulivi, il Monte Sion, e tutti quei siti religiosi che l’amministrazione dell’ex Presidente Bill Clinton aveva catalogato di amministrare sotto uno “speciale regime “. Anche il progetto di Obama prevede che la “città vecchia” di Gerusalemme sia una “zona internazionale” Il cardinale Jean-Louis Touran, capo del Consiglio per il Dialogo inter-religioso del Vaticano, ha chiesto recentemente che il luoghi santi vengano messi sotto l’autorità del Vaticano o sotto “tutela internazionale”, dicendo. ” La Santa Sede ha sempre accettato quanto stabilito dalla risoluzione 181 del 29 novembre 1947, che prevede per Gerusalemme un regime speciale sotto la tutela della comunità internazionale”. Nel 1964, quando Papa paolo VI si recò per la prima volta in visita a Gerusalemme, la città era divisa dal filo spinato con i cecchini sopra i tetti. Agli ebrei e ai cristiani con passaporto israeliano era vietato entrare in città vecchia, in violazione dell’ articolo 8 dell’accordo di armistizio del 1949. In quel tempo, la residenza dell’ambasciatore vaticano, ai piedi del Monte degli Ulivi, fu tesimone della distruzione di più di 40.000 tombe nel più antico cimitero ebraico, nel quale, secondo la tradizione,avverrà la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio. Il Vaticano non aprì mai bocca per protestare contro l’apartheid imposta dai giordani. I leader israeliani chiesero al Vaticano di metter i suoi “buoni uffici” per fermare la dissacrazione, ma in quei giorni bui la violenza contro la Gerusalemme ebraica non ebbe alcun biasimo dai rappresentanti vaticani. La Chiesa cattolica, che scopre oggi i suoi “diritti” su Gerusalemme, stette in rigoroso silenzio dal 1948 al 1967, con i suoi rappresentanti che assistevano alla distruzione sistematica di tutte le sinagoghe. Dopo che Israele riunì la città, i fedeli delle tre religioni monoteiste hanno potuto praticare la loro fede senza più alcuna restrizione, tranne l’unica proibizione agli ebrei che riguarda il loro luogo più sacro, il Monte del Tempio, che sebbene sia sotto sovranità ebraica è controllato dal Wafk musulmano. Una bandiera palestinese sul Monte del Tempio, nel cuore dell’antica Gerusalemme, promuoverebbe tolleranza o susciterebbe l’effetto opposto ? Se quest’area finisse sotto il controllo delle “forze di sicurezza” palestinese o fosse messa sotto un controllo internazionale, quanto tempo trasorrerà prima che i fedeli ebrei, recatisi a pregare, non vengano colpiti con pietre e immondizie come avvenne nell’ottobre 1990 ? Nessun governo israeliano può accettare il ritorno ad una città divisa, un controllo condiviso o una internazionalizzazione che aprirebbe le porte a un ritorno dell’occupazione-apartheid giordana che durò dal 1948 al 1967. Il Vaticano non si sognò mai di chiedere l’internazionalizzazione in quegli anni. Il patto tra il Vaticano e i palestinesi include la condanna delle “decisioni e azioni unilaterali che hanno alterato il carattere specifico e lo status di Gerusalemme “. Eppure l’atto più vistoso che sia successo in questi anni è stato il progetto illegale del Wafk, l’ente religioso islamico, sul Monte del Tempio. Invece di firmare declamati accordi politici con gli arabi, i leader cattolici dovrebbero cooperare con gli ebrei e riconoscere che l’unico modo di garantire la libertà religiosa è mantenere l’unità di Gerusalemme sotto la sovranità israeliana. C’è una ragione profonda che spiega l’opposizione vaticana al possesso israeliano della città vecchia. La Chiesa Cattolica Romana crede che il diritto di Israele di essere il Regno di Dio sia cessatocon la distruzione del Tempio e di Gerusalemme da parte delle legioni romane nel 70 e.v. La rinascita di Israele ha sfidato il “Regno del Dio cattolico”, quando “Gerusalemme l’eterna ” è diventata capitale di Israele nel 1967. Il mondo deve garantire che Har Habait, il Monte del Tempio, dove il mondo ha ricevuto il dono dell’unico Dio, Re David ha costruito il Santuario con l’Arca del Patto, Re Salomone e Erode hanno costruito i Templi, non cada più nelle mani di saccheggiatori e di autori di genocidi.
GIULIO MEOTTI

 

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