Domande all’Unesco (o a chiunque altro creda nella ‘Palestina’).
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Testata: Informazione Corretta 02.11.2011
Cari amici, mi è arrivata una letterina diretta al direttore dell’Unesco, che però va bene anche per tutti quelli che sono così impazienti di “restituire” i “territori palestinesi” ai loro legittimi proprietari. Ve la riporto qui, con solo qualche piccola modifica, sperando che riusciate a diffonderla. A me l’Unesco non risponde, forse perché non sono abbastanza (fanta)scientifico, (dis)educativo, (in)colto.
Egregio Direttore dell’ UNESCO,
sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la “Palestina” sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:
– Quando è stata fondata e da chi?
– Quali erano i suoi confini?
– Qual era la sua capitale?
– Quali erano le sue città più importanti?
– Qual era la base della sua economia?
– Qual era la sua forma di governo?
– Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?
– La “palestina” è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattutto delle battaglie?
C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?
Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?
Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi “occupati”, mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l'”occupazione” dal ’67, se prima i “territori palestinesi” erano governati da stati “non palestinesi” come l’Egitto e la Giordania?
Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.
Domande interessanti, non trovate? Diffondetele, vediamo se qualcuno risponde. Magari proprio all’Unesco, dove sono così colti.
2 Responses to Domande all’Unesco (o a chiunque altro creda nella ‘Palestina’).
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Hhihihihihihihihihih…….
A tutte queste domande alle quali L’UNESCO non può o non vuole rispondere, spero che lo facciano i Palestinesi che conoscono così bene la loro storia, la loro cultura, che hanno fatto della loro terra un secondo giardino dell’EDEN con piante fiori frutti e coltivazioni di ogni genere. Chissà forse quelle poche decine di miliardi di Dollari che fino ad ora hanno ricevuto da tutto il mondo non gli è bastato per i loro fabbisogni oppure sono finiti nelle tasche di personaggi poco propensi alla pace nel medio Oriente. Vedi Ir….Si….Ar.Sa. ecc