Di Miki Goldwasser,  autrice di questo articolo, è la madre del riservista israeliano Ehud
Goldwasser, sequestrato e ucciso da Hezbollah, in Libano, nel 2006.

Nella foto : L’abbraccio fra Gilad Shalit e il padre Noam, martedì, in Israele

Ora vedremo palchi decorati a festa, bandiere al vento e masse giubilanti per le
vie di Gaza. Vedremo braccia levate al cielo con le dita a V in segno di
vittoria. Gaza festeggerà e, con mio grande rammarico, Israele sarà colpito da
queste immagini.
Cari concittadini, rifletteteci: le famiglie dei terroristi
scarcerati sono felici come lo siamo noi per il ritorno a casa di Gilad Shalit.
Ma la loro non è affatto una vittoria, e lo sanno. Sono mortificati per il fatto
che così tanti terroristi palestinesi sono stati scarcerati in cambio di un solo
soldato israeliano. Statene certi: loro se ne rendono conto e sentono questa
umiliazione. Si rendono conto che non devono valere molto, se sono disposti a
scambiare più di mille dei loro per un solo soldato israeliano. Credete davvero
che gli abitanti di Gaza non siano invidiosi, di noi israeliani, che siamo così
uniti e solidali attorno a un solo soldato? È impossibile non invidiarci.
Guardate le reazioni nel mondo: sono tutti sbalorditi. In Israele i
sentimenti della gente tendono a oscillare da un estremo all’altro: questa
volta, diamo ascolto alla ragione e non lasciamoci ingannare dalle immagini che
arrivano da Gaza. Le scene di giubilo sono insincere. A parte i famigliari degli
scarcerati, non credo proprio che la maggior parte degli abitanti di Gaza siano
granché felici di veder tornare in circolazione dei teppisti violenti e
criminali che hanno assassinato senza pietà anche palestinesi e loro figli. I
detenuti scarcerati sono per lo più dei gangster che si sono presi la libertà di
derubare e uccidere anche la loro stessa gente. Vi ricordate le immagini di
quella cerimonia di nozze, a Gaza, dove i famigliari in festa venivano aggrediti
e ammazzati da una banda di Hamas per il solo fatto che avevano osato
festeggiare in modo inappropriato? Sono sicura che gli abitanti di Gaza sono
molto preoccupati per quel che li aspetta.

Oggi è il giorno della nostra vittoria. Il giorno in cui abbiamo deciso che i nostri valori e la fiducia nella
rettitudine del nostro modo di vivere continueranno a guidarci. Finché non ci
sarà la pace – e quanto speriamo che arrivi presto – i nostri figli
continueranno a servire il paese in divisa con la massima fiducia, e le madri
potranno continuare ad affidare i loro figli a comandanti degni di quella
fiducia. Quando i ragazzi chiederanno al ministro della difesa, al capo di stato
maggiore e anche a se stessi “Se cadrò nelle mani del nemico, il mio paese farà
di tutto per salvarmi?”, la risposta è: “Sì”. È l’impegno che lo stato si assume
verso i propri ragazzi sotto le armi.

(Da: YnetNews, 18.10.11-israele.net19-10-2011  )

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.