Quando le foto alterano la realtà.
Nelle foto: fotogrammi dal video http://vimeo.com/29280708
Ruben Salvadori è un giovane foto-giornalista italiano con doppia laurea in
Relazioni Internazionali e Antropologia/Sociologia all’Università di
Gerusalemme, che ha pubblicato un video in cui mostra quanto inattendibili
possano essere molte “drammatiche” fotografie di guerra e guerriglia, a cominciare dal fatto che esse sono “inquinate” dalla presenza stessa della
“tribù” dei fotoreporter e dall’influenza che essi esercitano, più o meno
consapevolmente, sugli eventi che sono chiamati a documentare.
Salvadori ha documentato il fenomeno illustrando in modo obiettivo la routine dei
foto-giornalisti che operano in Israele, e in particolare a Gerusalemme, e che
si sentono tenuti a produrre ad ogni costo le foto “drammatiche” richieste da
giornali e televisioni. Ne è nato un filmato prezioso, che ogni fruitore di
informazione per immagini dovrebbe conoscere e meditare.
Quella che vi invitiamo a guardare cliccando sul link sottostante è la presentazione in
italiano (8 minuti e mezzo) tenuta circa un mese fa dallo stesso Ruben
Salvadori, del suo saggio fotografico “Dietro le quinte del fotogiornalismo”: un
progetto premiato al concorso “Photodreaming” organizzato dalla Fondazione
Forma, dove Salvadori è stato poi selezionato da Denis Curti, direttore di
Contrasto (la maggiore agenzia fotografica in Italia, che rappresenta i
fotografi Magnum e per cui lavorano i migliori fotografi italiani) per
collaborare ad un servizio fotografico per la prestigiosa agenzia.
(israele.net,17-10-2011)
4 Responses to Quando le foto alterano la realtà.
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È sicuramente una vittoria per Hamas, almeno sull’immediato ma fronteggiare un nemico così crudele e determinato com’è Hamas renderà Israele sempre più forte. L’ecosistema mediorientale è complesso, difficile da capire per gli europei, e forse anche per Hamas, fortunatamente. 😉
Non riesco a immaginare alcun futuro ottimista al riguardo…
Ho i brividi di paura.
Paura che la storia si ripeta.
Paura che Gilad faccia la stessa orrenda fine di Eldad Regev e Ehud Goldwasser.
Paura che moriranno, nell’immediato futuro, centinaia di Israeliani.
Una bella shoa per i palestinesi non sarebbe male