Ecco da dove arrivano i milioni di $ alle università americane
Nelle foto: Georgetown University, Giulio Meotti
Autore: Giulio Meotti
Roma. Fondata nel 1789 dai gesuiti sulle rive del Potomac, Georgetown, la più antica università cattolica degli Stati Uniti, è nei guai. Deve spiegare perché ha intascato 325 mila dollari dal Council on American- islamic relations, che l’Fbi identifica come la facciata americana di Hamas, presente sulla lista nera delle organizzazioni terroristiche. I fondi sono stati trasferiti alla Georgetown dall’Organizzazione per la conferenza islamica, la più grande agenzia al mondo, seconda solo all’Onu, che a nome di sessanta stati islamici è impegnata a promuovere la “solidarietà musulmana”.
Il processo di finanziamento a Georgetown si apre nel 2006, con un incontro fra l’Organizzazione, il Council e i responsabili dell’università. Pressioni sono rivolte dall’ambasciatore dell’Organizzazione all’Onu, Abdul Wahab, a docenti della Georgetown per facilitare la donazione. In uno scambio di e-mail, pubblicate dal sito Pajamas Media, si legge che i soldi islamisti sarebbero arrivati dopo una richiesta del professor John Esposito, controverso direttore del centro per la comprensione islamico-cristiana dell’università, che porta il nome del principe saudita Alwaleed bin Talal, finanziatore dell’università con venti milioni di dollari e noto promotore di idee wahhabite (Georgetown ha intascato altri venti milioni dalla Qatar Foundation).
L’11 gennaio del 2007 Georgetown riceve una lettera de Ekmeleddin Ihsanoglu, segretario dell’Organizzazione della conferenza islamica, con sede a Gedda, in Arabia Saudita, che cerca di imporre all’occidente leggi che puniscano l’“islamofobia” (sua è la risoluzione dell’Onu che criminalizza la “critica alla religione”). E’ lo stesso Ihsanoglu che ha dichiarato che il caos provocato delle caricature danesi fosse paragonabile a un “nuovo 11 settembre antimusulmano”. Nella lettera, Ihsanoglu promette a Georgetown i 325 mila dollari in cambio dell’organizzazione a Washington di un simposio sull’islamofobia.
Un’altra missiva, datata 19 luglio 2007, dimostra che l’università ha incassato 62 mila dollari dalla Organizzazione per la conferenza islamica per organizzare un discorso del segretario Ihsanoglu. Georgetown si difende dicendo che queste donazioni sono ammesse ai sensi dell’Higher Education Act del 1965, un programma statunitense che garantisce fondi alle università che “istituiscono o rafforzano centri di studio internazionale”. Ma come è noto, questi “centri per la diversità culturale attraverso il dialogo” sono da anni bastioni dell’islam più fondamentalista. Il centro di Georgetown per il dialogo islamico-cristiano ad esempio ha ospitato speaker legati ad Hamas e ad al Qaida. La vicenda delle donazioni saudite negli Stati Uniti risale al 1976, quando Riad donò un milione di dollari alla University of Southern California. Anche Harvard e Berkeley hanno ricevuto venti e cinque milioni per creare centri sul medio oriente. Di Georgetown si è occupato il Congresso, con il deputato Frank Wolf che ha promosso un’inchiesta sui fondi della umma islamica alla facoltà cattolica per influenzare il mondo accademico statunitense.
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