[b]Un articolo di Deborah Fait[/b]

In un forum dal nome "Il MedioOriente cristiano" un articolo dal titolo
"i cristiani in medio oriente, un rapporto difficile", di cosa si parla? Voi penserete, amici, e pensereste giusto, che l'articolo debba raccontare i rapporti difficili tra cristiani e islam. E' cosi'? Da dove scappano i cristiani? Dove vengono ammazzati i cristiani? Dove si vogliono convertire colla forza i cristiani? nei paesi islamici. E' vero o no?

Invece, guarda un po', non lo avreste mai pensato, dite la verita', l'articolo parla di Israele e lo fa in termini ovviamente critici sulla proclamazione di Gerusalemme a Capitale di Israele.
I cristiani in medio oriente? L'articolo non ne parla, nemmeno un accenno alle sofferenze e ai pericoli che corrono nei territori palestinesi, indovinate un po' cosa scrive l'autore, riporta una frase di Moshè Dayan, generale tanto democratico da lasciare, dopo la liberazione di Gerusalemme nel 1967, nelle mani di cristiani e musulmani tutti i loro luoghi sacri, senza il minimo sentimento di rivalsa che sarebbe stata legittima visto che per 20 anni era stato impedito agli ebrei persino di avvicinarsi ai loro luoghi santi, quelli non distrutti dall'occupante giordano che aveva raso al suolo tutto il quartiere ebraico e scacciato gli abitanti.
Ecco la frase che sarebbe attribuita a Dayan:
«E ora cosa ci facciamo con tutto questo Vaticano?».
Frase tremenda vero?
E l'articolo continua:
"È il 5 giugno 1967, la Guerra dei sei giorni è appena cominciata e di lì a poco si concluderà con una schiacciante vittoria dell’esercito israeliano contro l’alleanza araba formata da Egitto, Giordania, Iraq e Siria. Il generale israeliano Moshe Dayan è di fronte alla chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme e con questa domanda dai toni sprezzanti si rivolge ai suoi soldati. Da questo momento la Città Vecchia è sotto il controllo di Israele. Il cuore dell’ebraismo, la culla del cristianesimo e al tempo stesso il terzo luogo sacro per l’Islam – dopo La Mecca e Medina – sono passati nelle mani del governo all’epoca presieduto da Levi Eshkol."

Ecco, dunque, tutti i problemi dei cristiani sarebbero qui, in Israele, dopo che tutti i luoghi santi delle tre religioni sono passati nelle mani del governo israeliano diventando quindi liberi come e' libera ogni espressione di culto in questo paese.

Mentire mentire mentire, parola d'ordine quando c'e' di mezzo Israele. Mentire perche' alla fine la menzogna diventa verita'. Lo diceva anche Goebbels che era un esperto in materia!

Ed ecco un altro esempio di menzogna donatoci graziosamente da Peacerepoter, sito che definire antisionista sarebbe una gentilezza, che, per informarci che in Israele era scappato, dalla Serbia, un certo Aklexander Cvetkovic (tipico nome ebraico vero?), un serbo ricercato per genocidio commesso in Bosnia nel 1995, titola il suo pezzo in questo modo:

"A ciascuno il suo Eichman" .

http://it.peacereporter.net/articolo/26384/A+ciascuno+il+suo+Eichmann.

Cosa puo' significare un simile titolo? Che anche Israele ha, perdio lo sapevano tutti che mai fidarsi di sti ebrei ….., dei criminali ricercati per genocidio come se questo Cvetkovic fosse un ebreo israeliano e non un serbo cristiano che ha ottenuto la cittadinanza quando in Israele arrivavano camionate di gente dell'est europeo, moltissimi non ebrei, che ricevevano la cittadinanza senza troppi controlli perche' non era ancora scoppiato lo scandalo dei documenti falsi usati per diventare israeliani.

Dunque malafede mista a menzogna e a una buona dose di cattiveria, Un serbo viene trovato in Israele, by the way e' stata gia' concessa l'estradizione in Bosnia Eregovina, e lo si definisce " a ciascuno il suo Eichman"? Come se fosse un ebreo colpevole di genocidio? Come chiamereste questo tipo di propaganda? Come chiamereste il solito patetico tentativo di accusare gli ebrei di nazismo per poter giustificare l'Olocausto e per poterli accusare di genocidio dei palestinesi che in mezzo secolo sono aumentati di dieci volte?

Io ho solo un paio di parole per questo:"malattia mentale ossessiva" .

E adesso veniamo a un altro argomento delicato che riguarda sempre il problema dei cristiani in MO: l'atteggiamento del Vaticano nei confronti di Israele e degli arabi palestinesi, lo esamineremo analizzando alcuni commenti del Custode di Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa.

C'e' un'intera letteratura sui sentimenti non esattamente amichevoli dei frati nei confronti degli ebrei (vedi Inquisizione) e Israele (ricordiamo l'accoglienza fraterna e affettuosa dei frati di Assisi ad Arafat quando questi ammazzava italiani) ma non e' accettabile che un rappresentante del Vaticano arrivi a paragonare il governo israeliano a Hamas, gruppo di terroristi tagliagole e assassini suicidi.

In un'intervista ad Avvenire del 2006, il giorno successivo a un attentato terrorista in Israele con morti e feriti, Pizzaballa, dice «L'unica testimonianza che noi cristiani possiamo dare in Terra Santa è il perdono. I nostri sforzi devono essere tutti rivolti a fare in modo che la logica della violenza non entri nelle nostre case».

Cioe', secondo lui, i cristiani devono perdonare gli assassini degli ebrei? Un kamikaze fa strage di ebrei in Israele e lui lo perdona? Bella faccia di bronzo, padre!

e continua a proposito della barriera salvavita :«Il muro è una sconfitta: il simbolo della situazione di incomunicabilità fra ebrei e palestinesi. Trasmette una tristezza infinita. Non si può giustificare per alcun motivo. "

Sconfitta? l'aver evitato il 90% degli attentati e' una sconfitta? Non si puo' giustificare per nessun motivo? Nemmeno per salvare vite umane? Guarda un po', a noi faceva molta piu' tristezza morire bruciati col corpo pieno di biglie di acciaio, caro padre Pizzaballa!!!

Ancora:"Io capisco il bisogno di sicurezza di Israele, ma non posso accettare che la risposta sia una resa come il muro. Non posso condividerlo: invece che accettarlo dobbiamo lavorare per abbatterlo".

Dunque lui capisce il bisogno di sicurezza di Israele ma vuole abbattere l'unica cosa che al momento ce la da questa sicurezza, ci salva dai kamikaze e dalle bombe nei bar e negli autobus e per le strade ..«Il muro voluto dal Governo israeliano ha spezzato in due proprietà e comunità cristiane", nemmeno una parola sugli attentati: «Dal 2000 al 2005 abbiamo vissuto anni veramente molto difficili (il perche' non lo dice?). Abbiamo provato un senso di abbandono e di solitudine a causa dell’assenza di pellegrini". Questa e' una dichiarazione di una crudelta' spaventosa, in Israele si moriva ogni giorno, stragi e massacri di innocenti per mano dei palestinesi e l'unica cosa che preoccupava Pizzaballa era l'assenza di pellegrini.

Riguardo agli stupri, rapimenti, omicidi nei confronti dei cristiani da parte di musulmani , il commento e' addirittura da premio Nobel per l'ipocrisia:«Occorre un’investigazione più approfondita, caso per caso; bisogna non generalizzare……." per poi lanciarsi in una sperticata lode di hamas "Se vogliamo parlare di Hamas, parliamone. Segna un’alternativa netta rispetto al vecchio establishment; è un movimento molto attivo sul territorio con scuole, dispensari, centri di aiuto per i più poveri. Non tutti coloro che votano o voteranno Hamas sono fanatici musulmani che vogliono un islam duro, radicale….." si, e' vero, hanno ogni tanto il fucile facile….dice…dimenticandosi di accennare anche ai missili facili contro le citta' di Israele, ai kamikaze facili, alle stragi facili….

Per fortuna, per rimettere le cose al giusto posto, c'e' chi smentisce il buonismo ipocrita, come ogni tipo di buonismo, di Padre Pizzaballa:

"Samir Qumsieh, direttore di al Mahdeh, una televisione locale diventata la voce dei cristiani di Betlemme, si è battuto contro la diffusione delle moschee in città: “I muezzin gridano più forte vicino alle chiese. Dove una volta suonavano le campane ora si sentono soltanto le preghiere musulmane con gli altoparlanti a tutto volume. Tra vent’anni Betlemme non ci sarà più un cristiano”. La sua abitazione è stata colpita dalle molotov lanciate dai miliziani islamici. Recita uno slogan in voga fra i terroristi palestinesi: “Dopo esserci occupati del Popolo del Sabato, ci prenderemo cura di quello della Domenica”.

Due parole sui pellegrini tanto cari al Custode di Terra Santa, vanno in Israele e non lo sanno, i viaggi sono in un paese , in una nazione non specificata. Scendono al Ben Gurian, aeroporto di un paese innominato e innominabile, tornano a casa e dicono di essere stati in "Terrasanta". Israele? cos'e'? Un paese che non esiste. E le loro guide? sono una meraviglia di pura propaganda, tutte palestinesi, l'unica cosa che fanno e' scagliare accuse contro Israele, diffamare Israele, un paese che non si sa bene dove sia, anche se ne stanno calpestando il suolo, ma che e' molto cattivo. Personalmente ho avuto una testimonianza di un amico anni fa, la racconto come l'ho avuta: un gruppo di pellegrini passava casualmente davanti al Kotel per recarsi al Santo Sepolcro. Di fronte al Kotel c'e' un grande candelabro con sei candele sempre accese che ricorda i sei milioni di ebrei ammazzati dai nazisti. La guida ha spiegato, senza vergogna, che quel candelabro e' la' …perche' gli israeliani sono dei guerrafondai e quelle sei candele ricordano la guerra dei 6 giorni quando Gerusalemme e' caduta in mano israeliana.

I pellegrini dunque vanno in Terrasanta e tornano a casa odiando quel brutto paese di nome Israele che non sanno esattamente dove sia.

Tutto questo per arrivare al famoso documento firmato dai vescovi mediorientali guidati da Monsignor Sabbah, famoso soltanto per il suo odio contro Israele e la sua "affettuosa amicizia" con Yasser Arafat. Il documento e' un'accusa totale a Israele e tace sulle persecuzioni ai cristiani nel mondo arabo, tace sul terrorismo, sui delitti di cui sono oggetti i cristiani in tutto l'islam. Nell'intervista di Paolo Rodari dice Pizzaballa: “Il messaggio finale è quello ufficiale. Ma non è la voce del Vaticano e nemmeno della chiesa. E’ semplicemente la voce dei padri sinodali”.

Se il messaggio fa testo ma non è la voce ufficiale del Vaticano, gli interventi dei singoli vescovi durante il Sinodo cosa sono? “Sono interventi personali. Vanno presi come punti di vista di singole persone e assolutamente non come la voce comune”.

Mah, amici, potrei continuare all'infinito, la mia impressione e' che questo padre Pizzaballa sia un gran furbone e che esprima le sue opinioni a seconda dell'intelocutore che si trova davanti.Quello che io so e' che ne' lui, ne' il Vaticano hanno mai detto una parola di condanna contro la violenza palestinese , ne' hanno mai espresso un minimo di cristiana pieta' per tutti gli attentati sofferti da Israele durante la seconda intifada, durante quei 5 anni che lui definisce anni difficili perche' nonarrivavanemmenounpellegrinointerrasanta.

Credo, anche alla luce delle reazioni del Vaticano tese solo ad ingraziarsi l'islam, che chi prova piu' pieta' per i cristiani perseguitati siamo proprio noi ebrei che sappiamo cosa significhi, loro, i vari Pizzaballa & co., sono troppo impegnati ad asservirsi al comune nemico . Non lo sanno che piegarsi di fronte alla violenza e al razzismo islamico non paga? Non lo sanno che quando l'islam deve uccidere uccide senza guardare in faccia nessuno, nemmeno il Papa? Non lo sanno che il loro sogno e' far sventolare la loro verde bandiera su San Pietro?

Del resto, cosa ci si puo' aspettare, amici, da chi ha riconosciuto l'esistenza di Israele come nazione dopo 45 anni dalla sua fondazione e indipendenza. Quarantacinque anni, mica un quarto d'ora! E lo hanno fatto solo dopo la firma di pace coi palestinesi, se no saremmo ancora qui ad aspettare.

 

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