[b]Testata: Informazione Corretta
Data: 14 ottobre 2010
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli[/b]
Sessantadue anni fa l'Onu propose una spartizione del mandato britannico in Medio Oriente, Israele accettò e gli arabi rifiutarono. E fu la guerra.
Quarant'anni fa, dopo l'ennesima guerra vinta, Israele propose il ritiro dai territori occupati, gli arabi rifiutarono (salvo l'Egitto, assai più tardi). E fu il terrorismo degli aerei e degli attentati.
Diciassette anni fa, Israele firmò gli accordi di Oslo con i palestinesi e accettò di far rientrare tutto l'apparato dell'Olp. Doveva essere il primo passo per un accordo generale, ma l'Olp non volle più andare avanti.
Dieci anni fa gli israeliani accettarono la proposta di Clinton di trattare con Arafat. Gli proposero di dare ai palestinesi il 90% circa dei territori oltre la linea d'armistizio del '49. Arafat rifiutò. In un ultimo tentativo sei mesi dopo a Taba, Barak arrivò al 95%. Arafat rifiutò. E fu la "seconda intifada", inferno di attentati contro i civili israeliani.
Due anni fa, prima di essere sostituito, Olmert propose a Abu Mazen il 100% dei territori, con alcuni scambi. Abu Mazen non si degnò di rispondere alla proposta. E fu la guerra di Gaza.
Dopo le elezioni, i palestinesi si rifiutarono di parlare col nuovo governo. A gennaio, sottoposto a grandi pressioni americane, senza avere nulla in cambio dai palestinesi, come puro gesto di buona volontà , il governo israeliano accettò di sospendere l'attività edilizia negli insediamenti oltre la linea armistiziale per dieci mesi. Durante nove dei dieci mesi i palestinesi rifiutarono le trattative. Ora che è scaduto il termine della sospensione, ne vogliono un rinnovo, minacciando la fine delle trattative. Netanyahu ha proposto un rinnovo della sospensione in cambio del riconoscimento del carattere nazionale (non religioso) ebraico di Israele. I palestinesi hanno prima rifiutato ("mai riconosceremo Israele come stato ebraico" http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/palestinian-official-pa-will-never-recognize-israel-as-jewish-state-1.318613) , poi hanno inventato una furbata per non restare col cerino in mano. Vogliono una mappa dei confini di Israele (cioè il risultato delle future eventuali trattative) e se piacerà loro "chiameranno Israele come si definirà da solo" che è tutt'altra cosa da riconoscerne il carattere nazionale. E' facile pensare che le trattative sono finite (magari non prima delle elezioni americane fra tre settimane, per non far perdere del tutto la faccia a Obama). Qualcuno fra i dirigenti dell'autorità palestinese dice che la soluzione a due stati è morta (http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=191160) Seguirà un'altra guerra? O una nuova ondata terroristica? Certo non la pace.
Ma ditemi voi chi vuole la pace o anche solo la trattativa in Medio Oriente
Ugo Volli
One Response to Ma chi vuole la pace in Medio Oriente?
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Egregio dott. Volli, poniamo il caso che io sia un fabbricante d'armi cui venga girata la Vs. interrogazione; in una prospettiva di pace, ovverosia mancanza di combattimenti,, la mia fabbrica non venderebbe più nulla. Qualcuno, all'interno della medesima prospettiva,potrebbe suggerirmi di affidare il futuro dei miei proventi al terrorismo, ma per quanto si tratti di un fenomeno globalmente diffuso non è sufficiente, detto, a garantire un adeguato gettito di entrate. Tuttavia, non è il commercio d'armi la vera chiave di volta delle disgrazie mediorientali.