Un invito da Israele ai ministri degli esteri europei: andate a Gaza
[b]04.07.2010
L'articolo di Angelo Pezzana
Testata: Informazione Corretta
Data: 04 luglio 2010
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Un invito da Israele ai ministri degli esteri europei: andate a Gaza»[/b]
Tra Avigdor Lieberman e Franco Frattini, ministri degli esteri israeliano e italiano, è nata una iniziativa, proposta dal primo e sottoscritta dal secondo, molto interessante, che può coinvolgere l' Unione Europea e contribuire a diffondere una diversa informazione su Gaza.
Ecco l'articolo di Angelo Pezzana:
Nei suoi rapporti con l’Italia, Israele non ha mai avuto una relazione migliore di quella che ha con il governo Berlusconi. Non lo affermiamo noi, ma le autorità israeliane, dal Presidente dello Stato, al Premier, ai rappresentanti diplomatici, una valutazione che trova conferma a Roma, dove dal Quirinale al governo, le ragioni dello Stato ebraico hanno sempre trovato una amichevole e forte attenzione. Sarà per questo che Avigdor Lieberman, Ministro degli Esteri del governo Netanyahu, ha pensato di rivolgere al suo omologo italiano Franco Frattini, una proposta perlomeno insolita, di sicuro lontana dai canoni della politica tradizionale. Farsi promotore di una visita nella Striscia di Gaza – ha detto Lieberman a Frattini la scorsa settimana – non da solo, ma con altri ministri degli esteri della UE, dopo tanta retorica, menzogne vendute come verità , è bene che vedano con i loro occhi che Gaza non è sottoposta a nessun assedio, nessuno muore di fame e che non vi è alcuna emergenza umanitaria. Lieberman, che la stampa europea non cita mai senza l’attribuzione di falco, è in realtà un realista, molto più vicino alle posizioni laburiste decisioniste degli anni ’60, che non a quelle moderate del centro destra di oggi. Rappresenta un elemento di diversità , ma soltanto perchè dice chiaramente ciò che pensa. Venendo dall’Urss comunista ha imparato subito come vanno affrontati i pericoli rappresentati da governi ostili e nemici. E’ difficile trovare un aggettivo che descriva la situazione nella quale si trova Israele, soprattutto da quando l’America sembra imporre all’unico vero alleato mediorientale dei comportamenti che non tengono conto dei cambiamenti in atto. La Turchia, che pure nei confronti degli Usa ha mutato atteggiamento – ma Obama sembra non essersene accorto – ha ormai adottato una politica ostile nei confronti di Israele, sino all’ultima provocazione, quando ha organizzato la spedizione della nave “Mavi Marmara†per rompere il blocco navale di Gaza. L’indicazione che arriva da Washington è dialogare, come se questo solo fosse sufficiente. Mentre il governo israeliano ha appena organizzato un incontro segreto a Zurigo tra il Ministro dell’Industria Ben Eliezer ed il Ministro degli Esteri turco, per “riprendere il dialogoâ€, su evidente pressione americana, Lieberman dà più significato all’importanza della comunicazione mediaticata, che viene invocata sempre da tutti, ma messa in pratica da pochi. Nell’attacco mondiale a Israele, Gaza rappresenta il nodo centrale, tutto quello che sappiamo arriva da Hamas e dai suoi portavoce occidentali, sono le tre D, teorizzate da Nathan Sharanski, Doppio standard, Delegittimazione, Demonizzazione. É Gaza lo strumento che i vari Golia, qualunque dimensione abbiano, stanno usando, e con quale successo, contro Davide. Che sembra non avere tempo se non per convincere Golia a comportarsi da persona per bene. Le fonti israeliane o sono ignorate o presentate in modo tale da non sembrare mai convincenti. Frattini ha risposto di sì a Lieberman, accogliendo la sua proposta. Andrà con altri colleghi europei a Gaza, evitando, ci auguriamo, di essere guidato da Hamas. L’invito si basa anche sulla considerazione che è assurdo che Israele continui a fornire acqua ed elettricità nella Striscia, per poi sentirsi accusare di essere la causa dei problemi che l’ affliggono. L’invito è accettato, ora tocca a Frattini dargli seguito, convincere i colleghi della bontà della proposta, staccando per qualche giorno la spina della propaganda palestinese.
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