[b]Minacce al Comitato di Indagine Conoscitiva sull'Antisemitismo
RIASCOLTA LA CONFERENZA STAMPA DI OGGI A MONTECITORIO:[/b]
[b]Presentata interrogazione bipartisan sul boicottaggio Coop/Conad[/b]
(DIRE) Roma, 26 mag. – Fiamma Nirenstein e Andrea Orsini hanno presentato alla Camera una interrogazione in merito alle notizie secondo le quali le catene di supermercati Coop e Conad avrebbero deciso di escludere dai loro scaffali le merci prodotte in Israele.
[b]La cricca delle coop che boicotta Israele
Il Giornale, 25 maggio 2010[/b]
[b]Minacce al Comitato di Indagine Conoscitiva sull'Antisemitismo
RIASCOLTA LA CONFERENZA STAMPA DI OGGI A MONTECITORIO:[/b]
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ANTISEMITISMO: COMITATO CAMERA MINACCIATO SU INTERNET
NIRENSTEIN,PROPAGANDA FASCISTA,NUOVE NORME E STRATEGIA UNITARIA[/b]
(ANSA) – ROMA, 26 MAG – I componenti del comitato per l'indagine conoscitiva sull'antisemitismo sono da alcune settimane minacciati su molti siti antisionisti. E' questa la denuncia fatta dal presidente dell'organismo parlamentare Fiamma Nirenstein (Pdl) che ha tenuto una conferenza stampa insieme ad alcuni deputati del comitato: Paolo Corsini (Pd), Renato Farina (Pdl), Raffaele Volpi (Lega Nord) ed Enrico Pianetta (Pdl). Sono gli stessi nomi che ricorrono nei siti su alcuni degli ottomila siti ispirati all'odio antisemita esistenti nel mondo. Su ''http://holywar.org'' si invita alla ''resistenza contro i servi della mafia ebraica che difendono lo stato nazista di Israele e che criticano l'antigiudaismo razzista''.
Le minacce al comitato non sono sempre cosi' esplicite e dirette. Molti siti pubblicano frasi intimidatorie camuffate da allusioni esplicite: ''Dobbiamo pregare per la conversione di Fiamma Nirenstein e la sua salvezza in un altro mondo''; ''Occorre una kamikaze dell'anima che si lasci morire per la salvezza dell'anima di Nirenstein''. Sono solo alcuni dei numerosi esempi.
Il presidente del comitato contro l'antisemitismo ha proposto che in Italia venga attuata la legge Mancino contro l'antisemitismo e messe a punto nuove norme per impedire che questo tipo di ''propaganda fascista, razzista e ripugnate'' contro gli ebrei prosegua; ''e' inoltre necessario – ha spiegato – trovare accordi con altri paesi per mettere a punto una strategia unitaria''.(ANSA).
CAMERA: NIRENSTEIN (PDL), MINACCE NON FERMERANNO COMITATO ANTISEMITISMO
STUDIARE COME FERMARE ODIO CONTRO ISRAELE CHE CORRE SUL WEB
Roma, 26 mag. (Adnkronos) – ''Le minacce? Le vedo come una vittoria, perche' significa che stiamo lavorando bene''. Fiamma Nirenstein, presidente del Comitato di indagine conoscitiva
sull'Antisemitismo, risponde cosi' alle minacce apparse su diversi siti internet contro di lei e i 29 membri del comitato. In una conferenza stampa alla Sala del Mappamondo, a Montecitorio, Nirenstein denuncia i ''gravi atti'' e spiega che ''sul web, in diversi siti, oltre a minacce 'esoteriche' alla mia persona, si attacca il lavoro della nostra commissione, e dunque il Parlamento. Questo e' inaccettabile''.
''Io -aggiunge la parlamentare Pdl- sono il bersaglio preferito delle loro invettive, perche' sono ebrea. Mi vedono come una sorta di capo della 'mafia ebraica', ma nel mirino ci sono anche altri
componenti del comitato. Per alcuni di questi ultimi, l'accusa rivolta e' di essere al soldo di Israele, altri vengono invece ritenuti agenti del Mossad. Quanto a me -denuncia- un sito arriva ad auspicare l'intervento di un 'kamikaze dell'anima' che possa salvare la mia anima. Questo, al di la' del linguaggio, a me pare un invito ad agire''.
''Ma continueramo a lavorare -assicura il presidente del comitato- non ci arrenderemo. Stiamo studiando a fondo come fermare l'odio antisemita che corre sul web e vedremo se le leggi che esistono possono essere ritoccate. Nel 1995 -ricorda- esistevano nel mondo 5 siti che incitavano all'odio contro Israele, oggi se ne contano piu' di 8.000. La risposta -rimarca Nirenstein- non puo' essere solo nazionale, perche' se grazie alla legge Mancino e' possibile in Italia oscurare un sito che incita all'odio razziale o religioso, e' anche vero che lo stesso sito puo' esere riaperto all'estero. E gia' ora qualcuno parla di riaprire siti nel 'libero Iran', aggirando i controlli''.
Nirenstein, che spiega di avere ''dal 2001 una scorta'' per la propria sicurezza, sottolinea poi che non aiuta a favorire ''un clima benevolo verso gli ebrei l'esclusione dai banchi Coop dei prodotti israeliani. Una scelta -rimarca- che ha un forte risultato pregiudiziale''.
Per Paolo Corsini, deputato del Pd, ''non si tratta solo di una minaccia ma di un vero e proprio 'appello' all'aggressione personale''. Altrove, sulle pagine web, fa notare il membro del comitato, ''si invita a fermare l'odio razzista ebraico, si nega l'Olocausto o si equipara Israele al 'IV Reicht', mentre spesso di fa riferimento al 'libero Iran'. Siamo in presenza -dice- di un attentato alla libera iniziativa parlamentare''.
''Nei siti -fa notare il deputato Pdl Renato Farina- ci sono le schedature di ciascun membro del comitato, e alcuni nomi sono anche in 'rosso'. Ma quello che piu' si nota e che e' emerso anche
dall'audizione, ieri in commissione, di Domenico Vulpiani, dirigente della Polizia di Stato, e' il fatto che in questo momento c'e' un incontro perfetto tra le tesi dell'estrema destra e quelle
dell'estrema sinistra'', unite contro Israele.
''Esiste un protocollo del 2003 del Consiglio d'Europa -ricorda Farina- che si riferisce alla lotta antisemita su internet e coinvolge l'impegno di 47 paesi a cooperare in questo progetto. Questo
protocollo non e' stato ancora ratificato dal governo italiano. Ci impegniamo a spingere -assicura- perche' possa essere firmato al piu' presto''. Un altro strumento, conclude Farina, ''per fermare questa catena di odio molto operativa''.
[b]Presentata interrogazione bipartisan sul boicottaggio Coop/Conad[/b]
(DIRE) Roma, 26 mag. – Fiamma Nirenstein e Andrea Orsini hanno presentato alla Camera una interrogazione in merito alle notizie secondo le quali le catene di supermercati Coop e Conad avrebbero deciso di escludere dai loro scaffali le merci prodotte in Israele. Questo ha reso agli occhi dei fanatici delle Coop e della Conad indispensabile gettare giù dagli storici scaffali delle Coop tutti quanti i prodotti israeliani. Non ha importanza, come vorremmo che dicesse ad alta voce ai suoi amici delle cooperative rosse Bersani, che per coltivare quella frutta e quella verdure da sessant’anni gli israeliani, tutti gli israeliani, si sono spaccati la schiena senza risparmio, che hanno insegnato a tutto il mondo come irrigare a goccia, dare lezioni su come far fiorire di prodotti indispensabili persino il deserto. Che importa di fronte a un mostro detto colono che, qualcuno forse se lo ricorda, a Gaza, lasciò le sue serre piene di fiori e pomodori ciliegia, ed esse furono consegnate ai palestinesi e immediatamente fatte a pezzi dalla rabbia di Hamas.
I coltivatori del West Bank per la Coop devono crepare di fame con le loro famiglie come i contadini ucraini ai tempi di Stalin. I prodotti israeliani sono inquinati per le cooperative di «violazioni dei diritti umani», come dicono quelli del gruppo «Stop Agrexco»: ma sarebbe interessante sapere se per i prodotti cinesi, e che so, di molti paesi orientali, del Medio Oriente e dell’Africa viene fatto lo stesso esame «diritti umani». Altrimenti c’è da pensare che qualcosa non vada proprio con Israele. Il «direttore qualità » della Coop, dottor Mario Zucchi, afferma di «avere esaminato con attenzione» la richiesta del gruppo che in occasione della «Giornata della Terra» ha «coordinato la sua azione» in vari supermarket della Coop e della Conad: ne fanno parte le ong Attac, Pax Christi, Federazione della Sinistra, Fiom Cgil, Forum Palestina, Un Ponte Per (quello delle due Simone) e non possono mancare anche due gruppi di ebrei antisraeliani, sempre utilissimi, l’Eco, ebrei contro l’occupazione, e le Donne in Nero.
Senza sapere come stanno i gruppi italiani, possiamo invece affermare che in genere le ong di boicottaggio, le lobby contro i rapporti fra UE e Israele e per il disinvestimento, sono invece molto ben finanziate: lo dimostra una lista dell’NGO-Monitor che ci dice che "Al Haq" (Ngo palestinese) riceve 461mila dollari (nel 2008) dall'Olanda, "Diakonia" 204mila dalla Svezia, "Al Mezan" oltre 500mila da Svizzera, Svezia, Olanda e Danimarca, "Alternatives" 2milioni dal Canada, la "Coalizione di donne per la pace", organizzazione europea, 247mila, "Trocaire" in Inghilterra 640mila, e così via. Ci sono attivisti che non dormono mai, boicottatori full time che si dedicano a una continua campagna di delegittimazione di Israele accusato di tutti i peggiori crimini, apartheid, crimini contro l’umanità … il fine ultimo è la cancellazione dello Stato ebraico.
Dopo aver sottolineato "che tale scelta si basa su un pregiudizio ideologico verso lo stato di Israele, uno stato amico ed alleato dell'Italia, una delle poche democrazie compiute del Medio Oriente", i parlamentari affermano che "questi atteggiamenti ricordano in modo inquietante il boicottaggio dei negozi ebraici posto in atto da alcune dittature negli anni 30 in Europa". Nell'interrogazione si chiede quindi al governo di "prendere posizione in ordine a tale scelta, che fra l'altro penalizza gravemente i consumatori italiani, pur nel rispetto della liberta' di impresa doveroso in una nazione ad economia di mercato" e di valutare se il comportamento delle due catene della grande distribuzione non violi "le norme contro le discriminazioni razziali, politiche o religiose previste dal nostro ordinamento".L'interrogazione e' stata sottoscritta anche dai deputati Renato Farina ed Enrico Pianetta del Pdl, Paolo Corsini e Pierangelo Ferrari del Pd e Gianni Vernetti (Api).
SEGUE IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro degli Affari Esteri
Al Ministro degli Interni
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Premesso che:
risulta da notizie di stampa che le catene di supermercati COOP e CONAD avrebbero deciso di escludere dai loro scaffali le merci prodotte in Israele,
che tale scelta si basa su un pregiudizio ideologico verso lo stato di Israele, uno stato amico ed alleato dell’Italia, una delle poche democrazie compiute del medio oriente,
che questi atteggiamenti ricordano in modo inquietante il boicottaggio dei negozi ebraici posto in atto da alcune dittature negli anni 30 in Europa,
per conoscere
se il Governo sia informato di quanto esposto e intenda riferirne al Parlamento;
se non ritenga il Governo opportuno – pur nel rispetto della libertà di impresa doveroso in una nazione ad economia di mercato – prendere posizione in ordine a tale scelta, che fra l’altro penalizza gravemente i consumatori italiani;
se non ritenga il governo di ravvisare in quanto esposto una violazione di norme contro le discriminazioni razziali, politiche o religiose previste dal nostro ordinamento.
Nirenstein, Orsini, Pianetta, Corsini, Renato Farina, Ferrari, Vernetti
[b]La cricca delle coop che boicotta Israele
Il Giornale, 25 maggio 2010[/b]
È uscito da poco un libro che spiace non sia stato ancora tradotto in italiano: si chiama "The Israeli Test" e l’autore, George Gilder, sofisticato economista che gode di fama internazionale, spiega che il mondo deve a Israele in termini di scienza dell’agricoltura, medicina, software, una prodigiosa, inverosimile quantità di gratitudine. Il mondo sarebbe molto peggiore senza l’aiuto di questo piccolo Paese impegnato nella sua quotidiana lotta di sopravvivenza. C’è chi lo capisce, ed ha così superato l’Israeli test. Ma molti di più invece, poiché ottusi dall’ideologia, non sono in grado di superare l’esame: è il caso delle Coop, il consorzio nazionale delle cooperative di consumatori, e della Conad che piamente hanno ieri piegato la fronte sotto le pressioni di un gruppo di Ong e associazioni varie che hanno chiesto loro di boicottare i prodotti israeliani agricoli importati dalla società Agrexco, perché lo 0,4% di questi prodotti, non contrassegnato col marchio dei lebbrosi come nei sogni delle Ong, potrebbe invece provenire dai Territori della Giudea e della Samaria.
C’è chi non ha voglia di rendersene conto, ma la sinistra italiana più rocciosa si è da tempo avventurata su questa strada, è storia vecchia. Ma che le grandi, storiche catene di supermarket si alleassero al crimine di condannare simbolicamente e teoricamente Israele a morire di fame, è una penosa novità . Oltretutto boicottare coerentemente Israele significa buttare alla spazzatura una valanga di invenzioni indispensabili. Chi ha il coraggio, per restare alle scoperte recenti, butti quella dell’esame del sangue che classifica, per curarla, la sclerosi multipla, il congegno che ristora l’uso di arti paralizzati, la nuova invenzione che aiuta i bambini con disturbi gravi a respirare nel sonno, le recenti cure dell’Alzheimer, la riparazione del Dna, l’eliminazione delle manifestazioni del Parkinson. Se si vuole boicottare Israele con coerenza bisogna eliminare il telefonino, i cui moderni miglioramenti sono figli della sede israeliana della Motorola, e anche il computer, i cui stupefacenti sviluppi sono stati pensati dalla Intel in Israele… e questo è un piccolo spicchio della realtà .
Avanti dunque ai boicottatori, che la Coop e la Conad restino nel mondo della menzogna sinistrese, su di loro permane la vergogna di aver disprezzato il contributo irrinunciabile che Israele dà al mondo.
Per accuratezza di informazione si precisa che Conad, dopo la pubblicazione di questo articolo, ha smentito il boicottaggio nei confronti di Israele, ma la notizia continua ad essere presente sul sito di "Stop Agrexco". Aspettiamo ulteriori chiarimenti.
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A quanto pare, qualcuno non ha più voglia, o non vuole più trarre profitto, dalla vendita dei prodotti di qualcun altro. Certo è pretenzioso ed incongruente comparare le necessità individuali con il mercato intercontinentale, perchè se io smettessi di acquistare il pane de un certo fornaio sarebbe abbastanza improbabile che questi andasse un fallimento per bancarotta.