14 Aprile 2010 – EGITTO
[b]di Adam Atef[/b]

L’anno prossimo 2011, scade il mandato presidenziale in Egitto. Il presidente attuale Hosni Mubarak, occupa la poltrona presidenziale dal 1981 dopo l’assassinio di Sadat, e già allora era vice presidente. Oggi Mubarak ha seri problemi di salute e proprio una settimana fa è rientrato dalla Germania dopo un viaggio di cura, ragion per cui molto probabilmente non si candiderà.

L’Egitto è il paese più popolato del Medio Oriente (con oltre 80 milioni di abitanti in maggioranza musulmani sunniti, 8 milioni sono cristiani copti, più una piccola comunità ebraica) che oggi vive nell’incertezza per il fatto che, oltre a veder scendere in campo il figlio di Mubarak, Gamal, ha un secondo nome in competizione: l’ex direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), Mohammed El Baradei. Quest’ultimo dopo le sue dimissioni è rientrato in Egitto e ha annunciato la sua candidatura per la poltrona presidenziale. Al suo arrivo, all’aeroporto del Cairo a riceverlo, oltre all’opposizione, c’era una delegazione di altissimo livello dei Fratelli Musulmani. In seguito El Baradei ha avuto un incontro con i capi nazionali del movimento Islamico, fuorilegge, dove gli è stato offerto il totale appoggio per la sua candidatura, vedendo in lui un possibile vincitore. Il giorno seguente l’incontro, la stampa egiziana pubblicava in prima pagina questa notizia, intitolata “Il Movimento dei Fratelli Musulmani appoggia incondizionatamente El Baradei”.
Su questa vicenda occorre un’analisi perché rimanda all’Egitto degli anni 50, quando Nasser si alleò con i Fratelli Musulmani e con un colpo di Stato rovesciò il Re dichiarando la Repubblica, costrinse il Re all’esilio in Italia dove in seguito mori per avvelenamento a Napoli. Il conto presentato dai Fratelli Musulmani a Nasser, fu la pretesa di avere più ministri, e mano libera su tutto il territorio nazionale per poter diffondere la loro ideologia. Nasser all’epoca rifiutò le loro richieste, dichiarando il movimento dei Fratelli Musulmani fuorilegge. Da quel momento si scatenò un confronto violento fra le due parti, con una serie di arresti di massa, spingendo molti di loro a fuggire dall’Egitto, spargendosi per il mondo portando con sé la loro ideologia violenta, di matrice islamica radicale. Avendo vissuto in Egitto in quell’epoca e riflettendo su ciò che è accaduto in passato, ecco apparire un’incertezza sul futuro. Se dovesse essere eletto El Baradei, quale potrà essere il conto che gli verrà presentato dai Fratelli Musulmani, in cambio di un loro appoggio? La mia preoccupazione è che la storia si ripeta e che l’Egitto sprofondi nuovamente nel buio degli anni ‘50 minacciando l’accordo di pace fra Egitto e Israele che Sadat firmò nel 1978, motivo per cui fu assassinato nel 1981 dagli integralisti islamici. Ogni conflitto avvenuto fra Egitto e Israele,è costato troppe vite e ogni conflitto ha messo in ginocchio l’economia nazionale che ancora oggi è sentita. Se El Baradei dovesse accogliere le richieste dei Fratelli Mussulmani, sappiamo tutti che il loro primo obiettivo sarebbe quello di minare l’accordo di pace, e se fosse proprio l’Egitto, il paese più influente del Medio Oriente, ad andare contro Israele, allora, proprio il Medio Oriente, si infiammerebbe contro Israele. Un uomo come El Baradei, che ha vissuto gran parte della sua vita in America, ha girato l’Europa e gran parte del mondo, come può accettare un appoggio simile sapendo che quella che potrebbe scatenarsi, è una vera catastrofe per l’Egitto e l’intera regione? Lo inviterei a riflettere e a imparare dalla storia, quindi a pensare al costo che avrà in futuro l’appoggio che gli viene offerto oggi dai Fratelli Musulmani.

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.