Il regista del film di nove ore Shoah (Einaudi) che raccoglie testimonianze di vittime e carnefici, già direttore di [i]Les temps modernes[/i], pubblica ora la sua autobiografia, [b]La lepre della Patagonia[/b]. Dalla Resistenza contro i nazisti, che gli valse la Legion d’0nore, alla realizzazione del capolavoro cinematografico. Un testo – avverte il filosofo Bernard-Henry Levy “attraversato dalla commedia del secolo non meno che dalla sua parte di infamia”.

L’opera di Lanzmann è un documentario imponente per impegno e durata. Un film basato sul dialogo e sulla memoria, che pone i testimoni al centro del racconto: le vittime, gli spettatori e i carnefici ricordano, incalzati dal regista, un mondo che non può essere rappresentato. Il libro, con i sottotitoli e i dialoghi del film scritti dallo stesso Lanzmann, è arricchito da un’intervista all’Autore di Serge Kaganski e Frédéric Bonnaud e dalla prefazione di Simone De Beauvoir. Shoah rimane un’opera fondamentale della cinematografia e della storiografia dell’Olocausto che non può essere resa a parole ma che va vista e percorsa, se si vuole provare a confrontarsi con la tragedia indicibile e inimmaginabile del Novecento.

da: www.informazionecorretta.it

 

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