Crisi Israele-Svezia, «boicottate Ikea»
Si ripercuote sul colosso dell'arredo la polemica per un articolo antisemita uscito su un quotidiano svedese

[b]Nell'aspra polemica è entrata anche la stampa israeliana che dedica alla crisi ampio spazio, parlando perfino di «razzismo biondo» e di una politica di due pesi e due misure a Stoccolma. Si ricorda a questo proposito che nel 2006, in seguito alla pubblicazione di caricature ritenute offensive per i musulmani, il governo svedese si comportò ben diversamente, si affretto a scusarsi con lo Yemen e anche a chiudere un sito internet di estrema destra.[/b]

[b]MILANO – [/b]La pubblicazione su Aftonbladet, uno dei principali quotidiani svesesi, di un articolo in cui si sostiene che i soldati israeliani avrebbero rubato organi a bambini palestinesi sta incrinando le relazioni tra Stoccolma e Gerusalemme. Non solo: per manifestare il proprio dissenso migliaia di israeliani hanno deciso di aderire ad una petizione online che invita a protestare con un'azione concreta, ovvero boicottando i negozi Ikea, vere e proprie «bandiere» del Paese scandinavo nel mondo.

[b]RIPERCUSSIONI SU IKEA – [/b]«Dopo la pubblicazione anti-semita di un calunnioso articolo di stampo medioevale contro i soldati israeliani e del perdurante silenzio del governo svedese – si legge nella petizione – , è inaccettabile continuare a sostenere i negozi svedesi dell'Ikea. Per favore, non firmate solo la petizione, è necessaria un'azione reale». I gestori del negozio Ikea a Netanya, in Israele, hanno descritto l'azienda come un'organizzazione commerciale senza connotazioni politiche e hanno ribadito che continueranno ad avere eccellenti relazioni con i consumatori israeliani. Nello Stato ebraico, sarà aperto all'inizio del 2010 un secondo negozio Ikea nella località di Rishon Letzion.

Uno scorcio dell'home page del sito Internet di Ikea in versione israelianaL'ARTICOLO DELLA DISCORDIA – La crisi nelle relazioni tra i due stati sta assumendo toni sempre più aspri. Nell'articolo di Aftonbladet, il giornalista Donald Bostrom ha accusato l'esercito israeliano di appropriarsi di organi di giovani palestinesi uccisi nei Territori ed è parso anche insinuare un legame con l'arresto negli Stati Uniti dei membri di una banda, tra i quali alcuni rabbini, accusati di traffico di organi umani. Il governo israeliano ha intanto cominciato ad adottare sanzioni nei confronti di due inviati del giornale ai quali l'ufficio stampa governativo ha oggi negato l'accreditamento temporaneo, di solito subito concesso, affermando di aver bisogno di tempo per verificare le loro credenziali. Il ministro dell'interno Eli Ishai ha detto di voler riesaminare lo status di tutti i corrispondenti svedesi nel Paese.
ISRAELE VUOLE LE SCUSE – In Israele la debole reazione del governo svedese all'articolo, che si è rifiutato di condannarlo per non interferire con la libertà di stampa, ha suscitato grande collera. Questa si è accentuata dopo la presa di distanze del ministero degli esteri a Stoccolma dalla sua ambasciatrice in Israele che invece aveva subito condannato il testo. Il premier Benyamin Netanyahu è parso però voler offrire alla Svezia una via d'uscita, affermando ora che Israele non chiede al governo di Stoccolma di scusarsi per l'articolo incriminato ma di aspettarsi una condanna o almeno una pubblica presa di distanza dal suo contenuto.

[b]«RAZZISMO BIONDO» [/b]- Il clima resta comunque acceso. Il ministro delle finanze israeliano Yuval Steinitz ha detto che l'articolo ricorda libelli antisemiti medievali in cui gli ebrei venivano accusati di preparare il pane azzimo col sangue di bambini cristiani. Il portavoce del ministero degli esteri Yigal Palmor ha detto che Israele non intende annullare la visita del ministro degli esteri svedese Carl Bildt, attesa tra una decina di giorni, ma che senza una soluzione della crisi una «pesante ombra» resterà sulle relazioni tra i due Paesi. Nell'aspra polemica è entrata anche la stampa israeliana che dedica alla crisi ampio spazio, parlando perfino di «razzismo biondo» e di una politica di due pesi e due misure a Stoccolma. Si ricorda a questo proposito che nel 2006, in seguito alla pubblicazione di caricature ritenute offensive per i musulmani, il governo svedese si comportò ben diversamente, si affretto a scusarsi con lo Yemen e anche a chiudere un sito internet di estrema destra. Il quotidiano Haaretz, pur attaccando il contenuto dell' articolo, definito «un esempio di pessimo giornalismo», rimprovera anche il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, accusandolo di aver trasformato un articolo in un incidente internazionale, dandogli un peso esagerato e spingendo la Svezia «a uno scontro superfluo» con Israele.

Fonte:

 

One Response to I SOLDATI DI GERUSALEMME ACCUSATI DI RUBARE GLI ORGANI AI BAMBINI PASESTINESI MORTI

  1. Admin ha detto:

    Non so se pensare che sia una boutade o che altro. Forse qualcuno ha peso il cervello e pubblica cose inaudite con una superficialità notevole. Non sanno neppure come sia possibile una simile atto che richiederebbe diversi medici per l'espianto di organi (sembra un numero non indifferente). Quale medico sarebbe così cinico da fare un atto che grida vendetta al cospetto del Signore. Forse un Mengele redivivo!! In quanto a razzismo, non c'è male. Evviva gli svedesi e boiccottiamo l'IKEA, che produce anche oggetti di cattivo gusto, cercando di appiattire il senso estetico anche di noi italiani!! Almeno ci penseranno due volte a scrivere simili mostruosità!! Tanto gli stupidi vanno colpiti nel portafoglio che il loro lato più sensibile. E' il solo modo per farli riflettere. Il signor IKEA è noto per essere antisemita, se non sbaglio. Saranno filoarabi per questioni di petrolio, salvo poi a disprezzarli quando se li trovano nel loro lindo e ordinato paese!!
    Shalom
    Licia Bertani

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