[b]Più che per i record sportivi rischia di essere ricordata come l’edizione del razzismo e dell’apartheid. A segnare i Giochi del Mediterraneo, al via venerdì allo stadio Adriatico di Pescara con una cerimonia spettacolare, è infatti l’esclusione d’Israele che tanta amarezza sta suscitando da mesi nell’ebraismo italiano. Le ultime reazioni parlano infatti di sdegno e profonda delusione. [/b]

Fonte: moked.it[/link]

"A Pescara – afferma infatti Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana – si aprono quelli che comunemente vengono chiamati Giochi del Mediterraneo, ma che senza alcuna remora possiamo definire i Giochi dell'apartheid"."Non troviamo termini diversi – prosegue – per definire un odioso e ingiusto provvedimento che vede l'esclusione dell'unica democrazia del Medio Oriente, Israele. Lo sport dovrebbe essere lo strumento che da sempre avvicina gli uomini, che fa conoscere culture diverse e che nella competizione esalta il genere umano”. “Ci auguriamo – conclude – che come ha promesso il ministro degli esteri Frattini questa – ha concluso – sia l'ultima volta".
Una dura condanna giunge anche da Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia. "L'esclusione d’Israele – afferma – riecheggia l'apartheid che a inizio secolo scorso teneva fuori dalle federazioni sportive le squadre composte da ebrei". "Saremo a Pescara il 3 luglio – sottolinea Pavoncello – per sventolare la bandiera di Israele e mi auguro che questo sia l'ultimo anno di un comportamento ingiusto e vessatorio".
"Escludere Israele è un gesto di apartheid e di razzismo, privo di qualsiasi ragione e di qualsiasi significato”, sostiene Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione esteri, da mesi in prima linea a sostegno della partecipazione israeliana. “Una simile esclusione non deve e non può essere messa da parte. Speriamo anche, dopo questa edizione, di vedere chiuso ufficialmente un capitolo che non fa onore allo sport mondiale, né al nostro paese che li ospita oggi".
Frutto di una situazione politica complessa e incandescente – che dalla prima edizione della manifestazione vede nel Comitato internazionale che la governa una netta prevalenza di delegazioni nazionali sfavorevoli alla partecipazione israeliana tra cui l’Algeria, la Siria o l’Egitto – la questione d’Israele era stata portata con forza all’attenzione pubblica già nei mesi scorsi. Ma nemmeno l’intervento del ministro degli Esteri Franco Frattini era riuscito a sbloccarla. Giudicando “paradossale” la mancata partecipazione di israeliani e palestinesi ai Giochi del Mediterraneo Frattini, aveva ribadito più volte come l’Italia sia “il Paese europeo più amico di Israele e anche quello che ha fatto il piano Marshall per la Palestina” assicurando che i Giochi di Pescara “saranno gli ultimi senza la nazionale israeliana e quella palestinese”.
La soluzione è dunque rinviata al futuro, alla prossima edizione in programma a Volos in Grecia, nella speranza che allora si possa assistere davvero a un’Olimpiade del Mediterraneo nel segno della pace e del dialogo fra i popoli.

Daniela Gross

 

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