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Prendiamo la millenaria tradizione ebraica di ospitalità e accoglienza e proviamo immergerla nella società di oggi, contrassegnata dall'immigrazione, dall'intreccio tra culture e religioni diverse, da intolleranza e rigurgiti razzisti. Una delle tante possibili risposte porta il nome di Merchav-Spazio aperto, il centro di prossima apertura a Milano in zona Sempione. Qui, in via Pancrazio 10, grazie a un'inedita collaborazione tra Provincia, Comunità ebraica e Unione giovani ebrei italiani (Ugei) vedrà infatti la luce una struttura che per la prima volta in Italia coniugherà ebraismo e dialogo multiculturale, impegno nel sociale e confronto tra le religioni.

Nella palazzina, messa a disposizione della Provincia (in alto un'immagine della facciata esterna dello stabile e a fianco un vista dall'alto della zona), al piano terra troverà infatti posto un consultorio familiare dedicato agli stranieri che, per intercettare al meglio i bisogni, vedrà in azione operatori di diverse provenienze e nazionalità. Al primo piano ecco gli spazi dedicati al dialogo fra le religioni e alle attività culturali mentre salendo ancora una rampa di scale si apriranno gli ambienti destinati alle attività dei giovani ebrei. Tre progetti paralleli, uniti da quella vocazione all'apertura e al confronto cui s'ispira l'intera iniziativa.

[b]Qui Milano – Merchav/Spazio aperto. Ospitalità ebraica e sfida multiculturale[/b]

La Comunità ebraica di Milano ha sostenuto da subito l'idea. “Merchav è un progetto molto impegnativo e altrettanto importante – dice il presidente Leone Soued – E' infatti la prima volta che la Comunità si apre al territorio e si rivolge al mondo dell'immigrazione affrontando così una delle tematiche chiave della società contemporanea”. L'affermazione di un ruolo specificamente ebraico in questo campo è piuttosto nuovo ma sembra iscriversi nello spirito dei tempi. Basti pensare alla decisione assunta a metà ottobre della Comunità ebraica di Roma di collaborare alle attività di sostegno alla popolazione rom con progetti di assistenza e prevenzione sanitaria e di educazione. “La nostra – spiega Soued – è una scelta che s'inscrive appieno nella millenaria tradizione ebraica di accoglienza, ospitalità, aiuto e sostegno. La speranza è di riuscire a portarla, attraverso quest'impegno nel sociale, più vicina alla città e al nostro vivere quotidiano”. “Da parte ebraica – commenta Daniele Schwarz, amministratore delegato di Multimedica, società attiva in campo sanitario che gestirà il consultorio – vi è forse una maggiore sensibilità nei confronti del razzismo e dell'intolleranza. Sono problemi che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, rispetto i quali possiamo mettere in gioco un'attenzione particolare”.
Nella palazzina di via Pancrazio l'attenzione all'altro prenderà le mosse dal Consultorio familiare, dove il sostegno alla donna, alla famiglia e ai ragazzi (anche sotto forma di aiuto all'inserimento scolastico) sarà gestito da équipe multietniche così da facilitare il rapporto medico paziente, tanto spesso reso difficoltoso dalle diversità di lingua, mentalità e codici culturali. “Le competenze sanitarie tipiche di questo genere di struttura – spiega Schwarz – si abbineranno al supporto alla famiglia e ai soggetti più fragili facendo di questo momento d'incontro e vicinanza il punto di partenza verso un'integrazione efficace”.
Al primo piano incontri, mostre e altre iniziative si concentreranno sul confronto tra le religioni mentre sopra troveranno posto le attività dei giovani ebrei e di altre associazioni. L'ambizione dell'Ugei è di allargare il campo d'azione ben al di là dei confini metropolitani, sino a farne un punto d'incontro per i giovani ebrei di tutto il Nord Italia che ora si frequentano per lo più solo sul web. Ma Leone Soued sogna ancora più in grande e punta a fare di Merchav un vero e proprio modello. Da esportare in tutt'Italia.

“Merchav – spiega Daniele Nahum, presidente dell'Ugei (nell'immagine a fianco) – nasce dal desiderio di dare vita a una progettualità utile per la cittadinanza e di rispondere all'esigenza dei giovani ebrei di uno spazio d'incontro e d'attività autogestito sul modello del Centro sociale Maurizio Levi in funzione anni fa”. Dagli incontri con Daniele Schwarz e con il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati ecco dunque germogliare l'idea di uno spazio multifunzionale.
Per i giovani dell'Ugei, avvezzi da tempo al dialogo con le altre culture, l'opzione è quasi naturale. “In questi anni – dice Nahum – ci siamo sempre occupati del rapporto con le altre minoranze lavorando insieme ai giovani musulmani, le donne arabe, i rom o le comunità del Ruanda e del Sudan. Per noi è fondamentale che l'ebraismo sia protagonista della società italiana: vogliamo mantenere la nostra identità e vivere il nostro mondo”.

[b]Daniela Gross [/b]

 

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