Le dichiarazioni di Bernard-Henri Lévy all'incontro del Keren Hayesod
[b]Un articolo di Danielle Sussmann
Testata: Informazione Corretta
Data: 16 marzo 2009
Pagina: 1
Autore: Danielle Sussmann
Titolo: «Le dichiarazioni di Bernard-Henri Lévy all'incontro del Keren Hayesod»[/b]
Due volte all´anno, si ha la sensazione di vivere un momento di concreta amicizia tra Italia ed Israele. Israele, in queste occasioni, assume quello stato di normalità – stato fra gli stati del mondo – che solitamente gli viene negato dalla propaganda dell´odio. Questo accade In occasione dei ricevimenti dell´ambasciata di Israele per Yom HaAtzma´ut e dell´Apertura di Campagna del Keren Hayesod.
Quest´ultima, a dire il vero, ricorda purtroppo che Israele tanto normale non è, visto che la campagna di raccolta annuale è sempre rivolta ad uno stadio di emergenza. Ma è il clima tra ospiti ed ebrei ad essere caldo, normale. Ancora è vivissimo nella memoria l´ultimo ricevimento dell´Indipendenza che segnò la fine della missione italiana di Ehud Gol. Tutta l´Italia che conta era presente, di destra e di sinistra, l´Italia istituzionale e l´Italia finanziaria, industriale e produttiva. L´Ambasciatore Gol (cui un ex ambasciatore come Sergio Romano riservò nella risposta ad un lettore critiche maligne e malevole per la sua "esuberanza") aveva radunato un parterre notevole per adesioni tanto da rendere difficile ogni movimento nell´immensa sala del grande albergo romano dove aveva luogo l´affollato ricevimento. Tutti gli ospiti, senza eccezione, si erano sottoposti ad una lunghissima fila che finiva fuori dall´entrata dell´albergo di via Veneto, per i controlli con il metal detector. Il culmine della festa si ebbe con l´arrivo di Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, e il brindisi finale. L´Apertura di Campagna annuale del Keren HaYesod. Dal 2000, i progetti di raccolta riguardano la creazione di nuovi centri traumatologici ed ambulanze per soccorrere le vittime degli attentati in Israele. Più recentemente, si è potuto continuare l´operazione di salvataggio dei Falasha dall´Etiopia, ma si è tornati a doversi impegnare per Sderot, per la creazione di nuovi rifugi dai razzi lanciati indiscriminatamente sui civili dai terroristi palestinesi della Striscia di Gaza. Ogni Campagna d´Apertura prevede, oltre alla presenza di diversi politici, due o più ospiti d´onore che parlano nel convegno che precede la cena. Alcuni lasciano il segno più di altri. Come lo storico Michael Oren due anni fa, Karnit moglie piena di speranza (Campagna 2008) e vedova di Udi (Ehud) Goldwasser, e BHL, ossia Bernard-Henri Lévy. La coppia Lévy suscita vivo interesse appena entra nella grande sala del ricevimento, avvicinandosi ad uno dei due tavoli d´onore. Lui, inconfondibile, alto e con quella chioma che sembra sfidare ogni legge di gravità . Lei, alta ed altrettanto inconfondibile, fasciata da un lungo ed aderente abito di pizzo nero che la slancia ancor più e con i lunghissimi capelli biondi sciolti sulle spalle. Una coppia attraente e magnetica, ça va sans dire. Dopo alcuni interventi degli organizzatori, è il turno di BHL. Vengono consegnate le cuffie per la traduzione in diretta agli oltre 400 invitati. La sua analisi appassionata provocherà vari applausi. Ma l´analisi è segnante per pessimismo e per il reale allarme che infonde. BHL inizia subito con il dichiarare che mai ha temuto tanto per l´esistenza di Israele come oggi. Ricorda che di ritorno dall´Afghanistan per le ricerche del suo libro su Daniel Pearl, passando per Teheran, aveva visto già ultimato l´enorme viale costruito per l´arrivo dell´Imam segreto. Questo viale che parte dall´aeroporto e collega la città , lo aveva riempito d´angoscia per il significato intrinseco: perché l´arrivo del 12mo Imam è previsto solo con la fine del mondo. Gli odierni avversari di Israele non hanno cause specifiche da difendere, nulla da contestare, ma sono animati da odio puro e distruttivo, senza motivazioni. Sono nichilisti, discendenti diretti dei peggiori fascismi, che hanno come obiettivo un´unica volontà annientatrice. Mai una questione, come quella iraniana, ha provocato tanta paura in BHL. Un governo irrazionale e nazista che con il viale per il 12mo Imam, fa da miscela per un cocktail terrificante. Tutto questo nasce con la demonizzazione di Israele. Quello che abbiamo letto sulla stampa, udito nelle cancellerie contro Israele sulla guerra a Gaza, la volontà distruttiva di Tsahal, va oltre la critica politica. BHL è stato il primo osservatore straniero ad entrare a Gaza. L´ha testimoniato sul Corriere della Sera. Tsahal si è limitato con un ritegno che nessun esercito al mondo ha mai operato, con una volontà costante ad evitare obiettivi civili. La regola di Hamas era di provocarle. La stessa città di Gaza non è un campo di rovine, come è stato detto. Le informazioni si scontrano contro il muro dell´odio. "Ai pregiudizi razzisti si aggiungono quelli antirazzisti per legittimare delegittimando!" Infine, si cerca la delegittimazione dello Stato di Israele. Mentre si dovrebbe essergli grato per l´enorme debito contratto verso la sua democrazia, la sua unicità come democrazia multiculturalista tentata, malcopiata e mai raggiunta da altri. Un faro di luce che si vuole spegnere a tutti i costi. Secondo BHL, l´antisemitismo cristiano è morto e così quello degli anni ´30. Valgono per le analisi, i tre paradigmi seguenti: 1) Il popolo ebraico è un popolo assassino che si legittima sulla Shoah; 2) a causa della Shoah gli ebrei cancellano gli altri martiri. Ecco che si crea una competizione tra vittime; 3) gli ebrei mentono sui loro morti per salvare il loro stato illeggittimo. Riassumendo i 3 punti: il negazionismo; la competizione sulle vittime; l´antisionismo. Accennando a Durban II e al suo articolo apparso in mattinata sul Corriere della Sera, BHL ha rinnovato i suoi complimenti all´Italia per aver anticipato gli altri stati europei con il suo rifiuto ad aderire alla Conferenza di Ginevra. Anzi, ha dichiarato che seppur era sempre stato severo nei confronti di Silvio Berlusconi, questa volta era felice di aver contribuito a farlo applaudire per una decisione tanto saggia ed importante.
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