«Si sta preparando una trappola nella quale si vorrebbe veder cadere i Paesi democratici»
[b]LA SCELTA DEL GOVERNO/2
«Avete fatto bene a muovervi per primi»
Bernard-Henri Lévy
07 marzo 2009[/b]
Tutti ricordiamo la Conferenza Onu sul razzismo di Durban, nel 2001, che si concluse qualche giorno prima dell’11 settembre. La conferenza si svolse nella città dello stesso nome, in Sud Africa, sotto l'egida delle Nazioni Unite.
E tutti abbiamo presente nella memoria il terribile spettacolo offerto dai rappresentanti delle Organizzazioni non governative, le Ong, che si incontrarono lì, a Durban appunto, in linea di principio per fustigare l'intolleranza e il razzismo e che, in realtà , si trovarono d'accordo sul fatto che nel mondo esistesse un solo Stato razzista e che quello Stato era Israele. E io non posso dimenticare lo stupore, ben presto la disperazione, che colse le delegazioni dei sopravvissuti al genocidio ruandese, dei militanti per la democrazia nello Zimbabwe, della casta indiana degli intoccabili, dei pigmei, dei superstiti dei massacri in Sudan quando si resero conto che la loro sorte non rappresentava alcun interesse agli occhi dei crociati altermondialisti che avevano fatto man bassa sulla Conferenza e, in materia di discriminazione, non avevano ormai cura che di un caso esemplare: quello dei popoli le cui disgrazie potessero essere imputate all'Occidente in generale e agli «americano- sionisti» in particolare.
Otto anni dopo, ecco una replica. Dal 20 al 24 aprile prossimi, a Ginevra, si svolgerà una nuova Conferenza — chiamata Durban II—durante la quale bisognerà , ci spiegano, valutare i «progressi » realizzati dopo Durban I riguardo la lotta contro il razzismo. Solo che tutto quel che si sa dell'organizzazione di questa nuova conferenza, tutto quel che è filtrato sulle intenzioni dell'ufficio del «Comitato preparatorio » presieduto dalla Libia, tutto quel che si può leggere, soprattutto, nel progetto di «Dichiarazione finale» che quell'ufficio ha fin d'ora redatto con l'aiuto, in particolare, dei suoi vice-presidenti pachistano, cubano e iraniano — ah! i grandi democratici… — lascia presagire il peggio. Israele più che mai messo sotto accusa perché fondato—dicono— su un «apartheid»… La critica delle religioni— e in particolare dell'Islam— definita come una forma di «razzismo»… L'iscrizione, in altri termini, del «delitto di bestemmia » fra i crimini maggiori che la comunità internazionale ha il dovere di stigmatizzare… Senza parlare del fatto che questo progetto di Dichiarazione continua a non dire una parola né dello Zimbabwe di Mugabe, né del Darfur e dei suoi trecentomila morti, né delle ecatombe di cui a tutt'oggi il mondo—soprattutto l’Africa — è teatro, ma di cui era difficile immaginare che i sostenitori dell'asse libico-iraniano diventassero accusatori.
È questo lo spirito di Durban II. È questo il testo che, dal 20 aprile, sarà sottoposto a discussione. È questa la trappola che si sta preparando e nella quale si vorrebbe veder cadere i governi dei Paesi democratici come anche i militanti antirazzisti che giungeranno dal mondo intero. So bene che una discussione è, per definizione, uno spazio aperto. E non ignoro che restano molti giorni, da oggi al 20 aprile, per tentare di modificare un testo che, come ognuno può convenire, allo stato attuale è inaccettabile. Ma, poiché il punto di partenza è questo, poiché la bozza di proposte su cui si basa il dibattito è la somma di pregiudizi, odi e silenzi, poiché il rapporto di forze è quello che presumibilmente prevarrà in un Comitato preparatorio dominato, ripeto, dai rappresentanti di Ahmadinejad e di Gheddafi, è difficile immaginare come, se pur emendata, la Dichiarazione che ci viene presentata potrebbe servire da Carta a un'azione antirazzista mondiale e concertata. Per questo, la decisione italiana, annunciata giovedì, di disertare la Conferenza mi sembra profondamente felice e giusta.
Per questo, mi auguro di tutto cuore che siano numerosi, molto numerosi, i Paesi europei che, all'Est come all' Ovest, seguiranno la stessa strada. E per questo, alla domanda posta il 2 marzo dal Segretario di Stato agli Esteri, Rama Yada, a un gruppo di intellettuali (Bisogna andare a Durban II? Bisogna, e fino a che punto, lottare affinché siano rispettate le «linee rosse» tracciate dalla diplomazia francese? Oppure, come il Canada e forse gli Stati Uniti, bisogna decidersi a un boicottaggio?), io personalmente ho risposto che sì, purtroppo la soluzione del boicottaggio sembra la più ragionevole, la più degna e al tempo stesso la più conforme alla vocazione della Francia. La soluzione più conforme alla vocazione della Francia, perché è inconcepibile che il Paese di Voltaire entri, se pur di poco, nell'ingranaggio di un dibattito in cui si accorderebbe ai rappresentanti delle Chiese il diritto di limitare la libertà d'espressione e di coscienza. La soluzione più degna, perché non si può immaginare— trentaquattro anni dopo l'«ignominia» (Michel Foucault) della risoluzione dell'Unesco che assimilava il sionismo a una forma di razzismo — che la patria dei diritti dell'uomo acconsenta al fatto che il legittimo dibattito politico sullo svolgimento, se non addirittura sul principio, della guerra di Gaza si tramuti nella stigmatizzazione globale, morale, unica nel suo genere, dello Stato ebraico. La soluzione più ragionevole, perché la lotta contro il razzismo è qualcosa di ben troppo serio per lasciarne l'iniziativa a un manipolo di dittatori il cui principale assillo è di far dimenticare discriminazioni, umiliazioni, violazioni gravissime dei diritti dell'uomo e della donna che proprio nei loro Paesi si verificano. Nell'interesse stesso di questa lotta, per riguardo alla bella e nobile causa che è la causa antirazzista, in omaggio a tutti coloro che, da Fanon a Mandela, ne hanno definito lo spirito, occorre rifiutare, molto velocemente e molto fermamente, e senza appello, la farsa di Durban II.
Bernard-Henri Lévy
07 marzo 2009
Articoli recenti
- L’Associazione amici di Israele augura a tutti i suoi soci e sostenitori un buon natale e felice 2022
- Associazione Beth Shlomo organizza questa raccolta fondi
- Gli auguri dell’Ambasciatore Dror Eydar per Rosh Hashana 5782 (2021)
- Frosinone, consiglio adotta strumento contro l’antisemitismo.
- Rinnovo iscrizione ADI 2021
Cloud Articoli