[b]Un intervento di Federico Steinhaus[/b]

[b]Testata: Alto Adige – Data: 03 febbraio 2009 Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus – Titolo: «L’olocausto non va in TV»

Da ALTO ADIGE del 3 febbraio 2009, un articolo di Federico Steinhaus sulla menzogna del paragone tra Israele e il nazismo.
Il titolo scelto dalla redazione, "L’olocausto non va in TV" non rispecchia in nessun modo il contenuto, e nemmeno l'argomento, dell'articolo.

Ecco il testo:
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Alcuni giorni or sono il giornale ha pubblicato la lettera di un lettore che paragonava l’esercito israeliano alle SS.
Chi ha vissuto, sia pure solo da bambino, quegli anni ha bene impressi nella memoria i crimini terribili commessi dai nazisti: centinaia e talvolta migliaia di civili di ogni età ammassati ed uccisi per rappresaglia, umiliazioni e violenze di una ferocia senza pari. Per tacere dei campi di sterminio, in cui furono assassinati ebrei per il solo fatto di essere ebrei, zingari per il solo fatto di essere zingari, omosessuali, malati di mente…Cosa di tutto ciò si può vedere a Gaza? Nulla. Possiamo parlare di memoria corta o di memoria selettiva? Non credo.

Da queste constatazioni del tutto oggettive possiamo desumere che il paragone ebrei (o israeliani) = nazisti è una oscena menzogna che ha l’unico scopo di demonizzare gli ebrei e delegittimare lo stato d’Israele.

Sì, perché noi stiamo assistendo ad una perversa manipolazione, molto ben orchestrata, abbondantemente finanziata e capillarmente diffusa attraverso i media: se gli ebrei, vittime del nazismo, fanno ai palestinesi le stesse cose che i nazisti fecero a loro, ecco che gli europei ed in generale gli antisemiti possono dormire sonni tranquilli sapendo di aver ragione nell’odiare gli ebrei. Non vi è più motivo di avere dei rimorsi per i 6 milioni di ebrei assassinati, e non vi è motivo alcuno che autorizzi gli ebrei ad avere un loro stato a spese di un altro popolo che loro stanno crudelmente sterminando.

Da qui, e solo da qui, nascono i cortei che bruciano le bandiere israeliane, le vignette satiriche che dipingono gli ebrei secondo gli stereotipi medievali mentre bevono il sangue dei bambini cristiani (anzi, ora bevono quello dei bambini arabi), gli ebrei che in Francia vengono picchiati, le sinagoghe bruciate. Cose di tutti i giorni in questa nostra Europa così civile e progredita.

A Gaza è in corso una guerra fra una organizzazione terroristica che vuole cancellare dal mondo lo stato d’Israele ed Israele che vuole invece sopravvivere. Il governo israeliano può commettere eccessi, errori e scelte criticabili, ed è sottinteso che ogni critica politica è legittima, ma non vi deve essere spazio per giudicare Israele con parametri diversi da quelli che si usano per qualunque altro stato.

Vi è anche chi, per non essere accusato di essere antisemita, precisa: ma no, io rispetto gli ebrei, sono solo antisionista. Dobbiamo fare chiarezza anche su questo. Il sionismo è il movimento di rinascita nazionale del popolo ebraico, e si è realizzato riportando una parte del popolo ebraico nella sua terra d’origine, dalla quale era stato cacciato all’epoca di Roma antica. Non in tutta la sua terra d’origine, ma solo una parte di essa: l’altra parte, quando il mondo arabo lo vorrà, diventerà la patria del popolo palestinese. E questo ritorno è avvenuto quando l’ONU – già, proprio l’ONU! – decise nel 1947 che gli ebrei dovevano avere una loro patria nazionale in Palestina, e gli arabi palestinesi dovevano avere la loro a fianco di quella ebraica. Gli ebrei accettarono, gli arabi rifiutarono.

Negli anni 70 la Giordania e la Siria massacrarono in pochi giorni diverse migliaia di palestinesi: tutto avvenne nel silenzio del nostro occidente così pronto invece a scandalizzarsi per quel che fa Israele. Del resto neppure i curdi iracheni massacrati da Saddam con i gas, oppure il milione di morti della guerra Iraq-Iran in cui gli iraniani mandarono squadre di bambini ad esplorare i terreni minati prima di farli attraversare dai loro militari , suscitarono molto interesse dalle nostre parti. E che dire delle migliaia di razzi Kassam sparati da Gaza contro i civili israeliani per 8 anni senza che Israele reagisse? Silenzio. Chi ha detto una sola parola di condanna? L’ONU? L’Unione Europea? Qualche governo? Si sono visti cortei per le strade?

E poi: vi ricordate la guerra della NATO contro l’ex Jugoslavia? Sono passati 10 anni, da noi il governo era presieduto da D’Alema. Bombardamenti, centinaia di civili uccisi come “effetto collaterale”. Ho visto personalmente le case sventrate nel Kossovo, le moschee e le chiese recintate da filo spinato e sorvegliate da militari armati per paura di vendette, i grandi cimiteri.

In guerra è inevitabile che anche civili muoiano, per quanto doloroso ciò sia. Ma quelli di Gaza sono morti perché gli uomini di Hamas, con una tecnica terroristica spietata, li hanno costretti a rimanere nelle loro case mentre essi vi si nascondevano per sparare contro i civili israeliani coi mortai o coi kassam. In guerra non vi è una parte che abbia sempre ragione ed una che abbia sempre torto, neppure quando la guerra è giusta. Ma il nazismo fu l’incarnazione stessa del male, senza possibilità di esitazioni. L’analogia con la metodica, organizzata, sistematica crudeltà dei nazisti è oscena oltre che aberrante e falsa.

E’ speranza di tutti, in Israele, che in futuro possa esservi una coesistenza pacifica fra lo stato ebraico ed uno stato palestinese, pacifico e democratico. Ma questa coesistenza si deve poter basare sul reciproco riconoscimento e rispetto, non sulla violenza del terrorismo né sul pensiero (che è alla base dell’ideologia di Hamas) che la coesistenza sia solo una tappa provvisoria per poter meglio preparare l’annientamento di Israele.

 

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