Il 56% è estraneo ai pregiudizi contro gli ebrei
nel restante 44% restano tracce di ostilità

Il 27 gennaio si celebra il giorno della Memoria. Ma quanto è diffuso oggi l'antisemitismo in Italia? La risposta dipende da ciò che si intende per ostilità antiebraica.
Essa può mostrarsi come il classico odio xenofobo verso una minoranza diversa sotto il profilo religioso, etnico o culturale.
Oppure può prendere le sembianze, tipicamente moderne, di fobia verso un gruppo ritenuto potente e dai legami di fedeltà ambigui. Infine, il pregiudizio può legarsi alle nuove componenti dell'identità ebraica: Israele e la memoria della Shoah. Si tratta di tre tipologie storiche, ciascuna sviluppatasi in un preciso periodo. Oggi queste tre forme convivono, mescolandosi tra loro.

Una ricerca condotta dal Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano) mostra un quadro molto complesso. Il 56% degli italiani può essere considerato relativamente estraneo ai pregiudizi contro gli ebrei. Tra costoro, il 12% (in misura più che proporzionale laureati, con pochi preconcetti anche rispetto ad altre minoranze, non collocati politicamente e con un giudizio sostanzialmente benevolo nei confronti di Israele) respinge tutti gli stereotipi con forza. Il 43% (per lo più con una conoscenza scarsa degli ebrei e pertanto restii ad esprimere un giudizio su questioni di cui hanno poca cognizione) non prende alcuna posizione. Il restante 44% della popolazione mostra invece qualche pregiudizio o atteggiamento ostile agli ebrei. Esso si può scomporre in quattro sottogruppi.

Il primo (10%) condivide gli stereotipi antiebraici «classici»: ad esempio, gli ebrei non «sono italiani fino in fondo», «non ci si può mai fidare del tutto di loro» e «sotto sotto sono sempre vissuti alle spalle degli altri», respingendo però i pregiudizi contingenti (verso Israele e Shoah). Tra costoro troviamo in misura più che proporzionale persone di destra (+8%), legate alle tradizioni religiose (+13%), con forti pregiudizi nei confronti delle altre minoranze (+15%). Un altro gruppo (11% della popolazione, con un'accentuazione al Nord-ovest), approva invece solamente gli stereotipi «moderni», mentre respinge quelli «classici» e «contingenti». Per costoro, «gli ebrei sono ricchi e potenti», «controllano e muovono la politica, i media e la finanza» ed inoltre «sono più fedeli a Israele piuttosto che al Paese in cui sono nati».

Un terzo gruppo (12%) è caratterizzato da convinzioni «contingenti» («tutti gli ebrei strumentalizzano la Shoah per giustificare la politica di Israele», «parlano troppo delle loro tragedie trascurando quelle degli altri», «gli ebrei si comportano da nazisti con i palestinesi»), ma non concorda con i pregiudizi classici. Qui troviamo una presenza più che proporzionale di persone di sinistra (+9%), laiche (+16%), laureate (+7%), ovviamente con un atteggiamento fortemente ostile allo Stato d'Israele (+20%). In questo caso, però (ma, in parte, anche nei due precedenti), la condivisione di solo alcuni — e ben definiti — degli stereotipi e dei convincimenti descritti sin qui induce a ritenere che non ci si trovi di fronte a una ideologia antiebraica vera e propria: il termine antisemitismo appare qui sproporzionato.

I veri «antisemiti» sono invece coloro (12% degli italiani) che condividono tutte le tipologie di stereotipi sopra elencati, da quelli «classici» a quelli «contingenti». Tra costoro si registra una presenza più che proporzionale sia delle persone di estrema destra, sia di quelle di estrema sinistra: in quest'ultimo settore politico il 23% mostra un atteggiamento chiaramente antisemita.
Resta il fatto che il pregiudizio antiebraico è multiforme e trasversale, ciò che rende difficoltosa una lettura del fenomeno. È vero ad esempio che oggi un atteggiamento di matrice xenofoba riguarda gli ebrei in maniera decisamente inferiore rispetto ad altre minoranze (rom, islamici, extracomunitari ecc). È altrettanto vero, però, che il calo «dell'antiebraismo xenofobo» rischia di essere ampiamente rimpiazzato dalla nascita di tutta una serie di nuovi stereotipi, che poco hanno a che fare con la xenofobia, ma che non per questo devono venir tenuti in minor considerazione.

Renato Mannheimer
(Ha collaborato Leone Hassan)
26 gennaio 2009

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One Response to Antisemiti, in Italia sono il 12 per cento

  1. Admin ha detto:

    VENETO SERENISSIMO GOVERNO
    Ufficio di Presidenza

    [b]27 gennaio 2009: Giornata della Memoria contro il negazionismo e l’antisemitismo[/b]

    Come ogni anno siamo in procinto di ricordare la Shoah. Ciò è un fatto doveroso rispetto al dramma che ha colpito tutta l’umanità durante la seconda guerra mondiale, dico tutta l’umanità perché la Shoah non è solo una questione che riguarda gli ebrei, ma è una tragedia le cui cause e conseguenze devono essere un monito per tutte le genti del globo.
    Purtroppo l’astio contro gli ebrei persiste, l’antisemitismo permane, e in ciò non c’entra l’appartenenza politica: l’antisemitismo è un movimento trasversale tra destra e sinistra che si unisce all’antisionismo, e sempre più va ad innestarsi nel negazionismo.
    Purtroppo sono tornati all’ordine del giorno episodi d’intolleranza contro la popolazione di religione ebraica; troviamo vari Stati del consesso internazionale, con cui tra l’altro l’Italia stipula accordi politico-militari-economici, che vogliono la distruzione dello Stato d’Israele; e recentemente la Chiesa ha riaccolto tra le sue fila il vescovo Richard Williamson che ha negato l’esistenza della Shoah. Stando a questo elenco sembra che il mondo non stia facendo passi avanti riguardo l’antisemitismo. Sicuramente ci sono persone che si ricordano della Shoah solo per esigenze di protocollo, ma nel resto dei 364 giorni dell’anno non fanno niente per essere conseguenti a quanto si afferma in questa giornata di ricordo.
    Noi come Veneto Serenissimo Governo ci auspichiamo che tutte le persone di buona volontà e che amano la libertà si mobilitino non solo in questa giornata, perché il rischio che la storia si ripeta è costante; solo con una consapevolezza profonda che gli artefici della storia siamo noi potremo aspirare a vivere in un mondo diverso in cui il bene prevalga sul male. La responsabilità di quello che stiamo vivendo è nostra, noi siamo gli artefici del nostro libero arbitrio, perché la responsabilità delle nostre azioni è sempre e comunque personale.
    Il nostro agire di Veneto Serenissimo Governo è improntato su alcuni capisaldi morali inderogabili: la lotta contro ogni antisemitismo, la lotta a tutte dittature (sia fasciste, sia comuniste che di altra natura), l’azione perché ogni Popolo del globo sia messo nelle condizioni di autodeterminarsi in una situazione di pace e sicurezza.
    Ogni giorno deve essere una giornata della memoria per tutti gli uomini e donne, ogni giorno dobbiamo attivamente vivere per contrastare che il male si insidi tra di noi, e che gli orrori del passato si ripetano: chi starà a guardare, diverrà oggettivamente complice di una società che si sta sgretolando moralmente giorno per giorno in cui gli incubi e gli odi del passato ritornano in modo ancor più forte.
    Longarone 27 gennaio 2009
    Per il Veneto Serenissimo Governo
    Il Vicepresidente
    Demetrio Serraglia
    Veneto Serenissimo Governo
    Casella Postale 64- 36022 – Cassola (VI)
    VENETO
    pepiva@libero.it – cancellierevsg@alice.it
    tel. 349 1847544 – 340 6613027
    http://www.serenissimogoverno.org

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