[color=#000099][b][size=14]Cari Amici di Israele e simpatizzanti
l'associazione Amici di Israele vi informa che[color=#ff0000] la manifestazione di solidarietà con Israele e per la pace[/color], organizzata per Domenica 11 Gennaio a Milano [color=#cc0000]e stata spostata [/color](per vari motivi, frà qui e non l'ultimo, il tempo da lupi che stà investendo Milano in questi giorni) [color=#cc0000]a Lunedi 12 Gennaio ore 20.30 , al Piccolo Teatro Strehler di Milano ( Largo Greppi – M2 Lanza)[/color]. Per ulteriori informazioni siete pregati a contattarmi al 328.4584284, mandarmi una mail a: eyal-m@amicidisraele.org o consultare il sito ADI (www.amicidisraele.org)
sono invitati a partecipare e/o aderire anche tutte le associazioni amiche di Israele in Italia e tutti i membri della comunità Ebraica. Passa parola a tutti gli amici. [/size][/b][/color]
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[b][size=14]Non c’è pace senza democrazia. Con israeliani e palestinesi, contro i
fanatici.[/size] [/b]

[b]Un articolo di Davide Romano[/b]

Il conflitto che in questi mesi ha coinvolto Israele e Hamas e che si sta
inasprendo in questi giorni, non è una guerra tra arabi e israeliani. Non sono
coinvolti infatti paesi arabi mediorientali come l’Egitto, il Libano e la
Giordania. Non è neppure una guerra tra palestinesi e israeliani.

La Cisgiordania governata dal moderato Abu Mazen infatti non è coinvolta nel
conflitto. Gli scontri riguardano esclusivamente Gaza e Israele. Meglio ancora,
Hamas e Israele, con la regia e il supporto logistico dell’Iran. Per questo
manifesteremo sotto il consolato iraniano. L’immane tragedia che coinvolge
palestinesi e israeliani è frutto del fanatismo che non accetta la formula “due
popoli, due stati”, ma che vorrebbe invece eliminarne uno, quello ebraico. La
violenta presa del potere a Gaza da parte di Hamas (con l’eliminazione fisica
dei rappresentanti del partito avverso di Al Fatah), le conseguenti sanzioni
verso Gaza, i razzi contro Israele, le risposte militari israeliane, e tutto il
crescendo delle sofferenze che stiamo vivendo sono frutto dell’intransigenza
del governo di Hamas, sponsorizzato e armato dall’iraniano Ahmadinejad (lo
stesso dittatore iraniano che nega la Shoah e predica la distruzione di
Israele). Sono loro i veri nemici della pace e della convivenza.
Se solo Hamas avesse saputo pronunciare due parole, la popolazione di Gaza
vivrebbe già da tempo in pace, come gli abitanti della Cisgiordania. Due parole
per evitare il terrore e la morte che da anni incombe sui civili israeliani,
dopo il ritiro israeliano da Gaza. Due sole parole: “riconosciamo Israele”. Se
Hamas avesse pronunciato queste parole e si fosse comportata di conseguenza,
non ci sarebbero i lutti e le sofferenze cui assistiamo sgomenti. Né a Gaza né
in Israele. Loro lo sanno bene, e cos’altro se non il fanatismo ha impedito ad
Hamas di pronunciarle ed evitare così tante morti e terrore? Il coraggio non si
misura nella capacità di uccidere l’altro, ma di dialogarci insieme,
riconoscendolo. In questi anni invece, Hamas ha introdotto la terribile formula
“territori in cambio di guerra”, distorcendo la storica “territori in cambio di
pace”.
Dopo il ritiro israeliano da Gaza infatti, i fanatici di Hamas hanno
preferito impegnarsi a bruciare le sinagoghe e distruggere gli impianti
industriali lasciati dagli israeliani, invece che costruire un futuro migliore
per i palestinesi. Il dolore di oggi per le morti in campo palestinese come in
quello israeliano sarebbero solo un brutto sogno, se i governanti di Gaza
avessero accettato di cancellare dal proprio statuto l’eliminazione di Israele
e non avessero continuato a predicare e praticare l’antisemitismo e l’odio
anticristiano. A Gaza infatti non c’è neppure libertà di religione, parte
fondamentale della libertà di pensiero e quindi della democrazia. I cristiani
vivono nella paura, così come i dissidenti palestinesi musulmani, che non
possono criticare il proprio governo. Per questo manifestiamo non solo per la
pace, ma per la democrazia. Perché i palestinesi di Gaza possano avere gli
stessi diritti civili e politici che hanno gli arabi in Israele. Solo così
avremo una pace vera e duratura nell’area.

 

One Response to

  1. Admin ha detto:

    Più che l'Iran, gli sponsor di hamas mi paiono i giornalisti.
    I terroristi di hamas, non potrebbero resistere mezz'ora senza gli scudi umani. Ma se non ci fossero i giornalisti collaterali, che tacciono sul continuo stilicidio di missili che hamas lancia contro i civili di Israele, e poi fanno da megafono per ogni vera o presunta vittima civile dichiarata "dalle autorità mediche palestinesi" Hamas non potrebbe usare la tattica degli scudi umani.

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