Rauschenberg viaggi di cartone
[b]Al Madre le poetiche installazioni ispirate ai vagabondaggi del maestro americano per il mondo
ROCCO MOLITERNI – INVIATO A NAPOLI[/b]
C’è un bastone che aiuta a reggere alcune stoffe azzurre, gialle e bianche sospese a un filo: l’opera si chiama Pilot e Rauschenberg l’ha realizzata nel 1976, per la serie Jammers. Si trova quasi alla fine della mostra che raccoglie al Madre di Napoli lavori del maestro americano tra il 1970 e il 1976. Rauschenberg aveva allora cinquant’anni ed era uno degli artisti più famosi a livello internazionale: vincendo la Biennale di Venezia del 1964 aveva in qualche modo sdoganato, con i suoi Combines e i suoi monocromi, la nuova arte americana e segnato il passaggio del baricentro della creatività da Parigi a New York.
Non rinunciava a mettersi in gioco, sperimentando materiali e tecniche: queste nuove esperienze lo portavano a creare poetiche installazioni ora di cartone ora di sabbia e metallo ora di stoffa. Ma continuava pur sempre a sentirsi soprattutto un pittore. Un pittore che non aveva dimenticato la lezione di Albers, anche se la interpretava tradendo il modernismo Bauhaus per creare un linguaggio in cui l’ambiguità e i differenti livelli di lettura si mescolano spiazzando di volta in volta l’interlocutore che è chiamato a interagire emotivamente con queste opere, proprio come se fosse all’interno di una perfomance.
«Trave-lling» si chiama la bella mostra, curata da Mirta d’Argenzio, e rimanda ai viaggi che in quel periodo Rauschenberg compie in Europa, in Egitto e nella vicina Israele e in India. Abbiamo così la serie Card- board, realizzata poco dopo la scoperta dell’Isola di Captiva, che diventerà il suo rifugio e il punto di partenza per le scorribande intorno al mondo (a Captiva l’artista è morto il 12 maggio di quest’anno).
«Mi è nato il desiderio – confessava – di lavorare con un materiale di scarto e morbidezza: le scatole», e d’altronde «non sono mai stato in un posto dove non ci fossero scatole di cartone… persino in Amazzonia». Queste scatole vengono utilizzate come elementi compositivi, a costruire strutture che non celano la loro storia (etichette, timbri, indirizzi) ma, appese come quadri, diventano «altro».
Tra le mete dei suoi viaggi c’è Venezia: la serie Venetians – basti vedere lavori come Sor Aqua (una vasca da bagno sovrastata da lamiere sospese) che accoglie il visitatore nella prima sala – è tutto un gioco di rimandi ai materiali (il legno, le stoffe, il vetro) e agli oggetti (le gondole, i portoni, la luce) della Laguna.
Il linguaggio è allusivo e ambiguo, e ti colpisce, così come la serie Early Egyptian, dove magari vedi solo scatole di cartone montate e coperte di sabbia e in parte verniciate di colori fosforescenti, ma non puoi non pensare alla solennità delle piramidi e delle sfingi. Qui c’è anche una delle pochissime opere sopravvissute della serie Made in Israel (donata ai musei israeliani e chissà dove scomparsa). Dai viaggi in India, dove era andato alla ricerca di tessuti, vengono invece gli Hoarfrost, tessuti su cui ritroviano anche immagini fotografiche (la tecnica di trasferimento pare l’abbia scoperto con Cy Twombly usando solventi per incisioni).
Concludono il viaggio i Jammers, dove i rimandi alla pittura e alle ricerche sul colore di Albers sono evidenti. Ma anche qui il livello di lettura non è mai uno solo, l’ambiguità rimane: perché se si è stati almeno una volta nel Sud d’Italia, un’opera come Pilot, non può non far pensare ai panni stessi ad asciugare al sole davanti agli usci delle case.
[b]Dal 22 ottobre 2008 al 19 gennaio 2009
Robert Rauschenberg – Mostra al Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina (MADRe)
Travelling ’70-’76[/b]
La mostra riunisce una selezione di opere di Robert Rauschenberg provenienti dalle serie “Cardboardsâ€, “Venetiansâ€, “Early Egyptiansâ€, “Hoarfrosts†e “Jammersâ€.
L’interesse di Rauschenberg per altre culture e l’esperienza dei diversi viaggi che ha compiuto si riflettono in queste opere che furono create tra il 1970 e il 1976.
Per la prima volta dalla loro produzione sino ad ora per lo più ignorate, stanno ricevendo il riconoscimento che meritano.
Alla sua terza tappa, dopo Porto e Monaco, la mostra è ospitata dal Museo Madre di Napoli dal 22 ottobre, il giorno del compleanno dell’artista.
Il progetto internazionale, a cura di Mirta d’Argenzio, è stato organizzato dalla Fundação de Serralves, Museu de Arte Contemporânea di Porto e coprodotta dalla Haus der Kunst e dal Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli.
Negli anni ’70 i viaggi di Rauschenberg lo portarono in Italia, in Francia, a Gerusalemme e in India.
Le serie qui presentate che furono create durante o immediatamente dopo questi viaggi mostrano eccezionale semplicità , vivacità e brillantezza grazie all’uso di nuovi materiali e tecniche.
Durante questo periodo Rauschenberg creò opere fatte di cartone, di stoffa e oggetti ritrovati.
In tutte e cinque le serie l’artista si confronta con i classici problemi della pittura, come la composizione, il colore e la struttura, ma anche con quelli della scultura come il peso, l’equilibrio e la posizione dell’oggetto nello spazio, il tutto con la sua tipica inventiva.
Dove
Mostra al Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina (MADRe) – Napoli
Dal 22 Ottobre 2008 al 19 Gennaio 2009
Orario
Dal Lunedì al Giovedì e la Domenica dalle ore 10.00 alle 21.00
Venerdì e Sabato dalle ore 10.00 alle 24.00
Martedì chiuso
Prezzi
EUR 7,00 Adulti
EUR 3,50 per i cittadini della Unione Europea tra i 7 e i 25 anni; con Campania Artecard
Ingresso Gratuito per i cittadini della Unione Europea sotto i 7 anni; il Lunedì
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