[b]l'analisi di Federico Steinhaus sulla scacchiera mediorentale[/b]

[b]Testata: Informazione Corretta
Data: 06 agosto 2008
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Strategie misteriose, bluff, dissimulazione e minacce rea[/b]li»

Il Medio Oriente in queste settimane è più che mai una misteriosa scacchiera in cui si intrecciano mosse e strategie dei campioni del bluff e della dissimulazione, che puntano a finalità nebulose e mai irreversibili.
Che Israele minacci in vario modo un intervento armato per fermare l’Iran prima che la sua bomba atomica sia pronta all’uso è – in un tale quadro – forse l’unico aspetto logico e comprensibile: fare la voce grossa e flettere i muscoli è da sempre un modo per dissuadere un avversario dal fare mosse avventate.

Meno credibile è invece quanto afferma Hezbollah: vogliamo la pace ma siamo pronti ad una guerra di annientamento. Hezbollah è certamente in grado di scatenare in qualsiasi momento una guerra contro Israele, ma non dimostra di desiderare in realtà la pace. Difatti , lunedì scorso il governo libanese, messo sotto pressione dai ministri di Hezbollah, ha approvato all’unanimità un documento che nei prossimi giorni arriverà in parlamento per la definitiva approvazione. Questo documento garantisce a Hezbollah il diritto di conservare tutte le sue armi (accumulate in questi due anni grazie a Iran e Siria) ed “il diritto del Libano, del suo popolo, del suo esercito e della resistenza di liberare o recuperare le Fattorie di Shaba occupate, le colline di Kfar Shuba ed il settore libanese del villaggio di Ghajar…con tutti i mezzi legittimi e disponibili”. Le interpretazioni di questo testo volutamente ambiguo sono molte e varie, ma per la prima volta esso associa in un unicum l’autorità sovrana dello stato e la cosiddetta resistenza, cioè il movimento Hezbollah che è solamente emanazione della sua parte sciita.

Vi sono poi le morti violente del numero due di Hezbollah e del generale responsabile del collegamento fra Hezbollah e Siria oltre che del programma nucleare della Siria, entrambe misteriose ed entrambe avvenute in territorio siriano. Una delle tesi che circolano fra i politologi è che Assad sia la mente di entrambe e che intenda in questo modo prefigurare un suo distacco dall’Iran ; ma da sempre Assad gioca su più tavoli alla ricerca della riconquista del Golan, non meno che di un ruolo da indispensabile protagonista nello scacchiere mediorientale. Il suo trattato di mutua assistenza con Ahmadinejad non pesa meno della sua ricerca di un rapporto migliore con gli Stati Uniti – ma senza per questo smettere di occuparsi di un Libano che la Siria da sempre considera parte integrante del proprio territorio. Insomma, come lo fu il padre, con uguale cinismo ma con minore sagacia, il presidente siriano è un doppiogiochista inaffidabile.

Intanto anche Hamas e Fatah sono arrivati ai ferri corti ed usano ogni mezzo lecito ed illecito per eliminare l’avversario. Solo che, guarda un pò che strano, i palestinesi uccisi da altri palestinesi non fanno notizia neppure quando sono bambini, e vanno nelle pagine interne dei giornali, magari in un breve articolo in un angolo basso della pagina…

In questo quadro così complesso l’Europa non trova uno spazio per iniziative concrete e l’ONU fa nuovamente una gran brutta figura per il suo disinteresse. Anzi: pochi giorni or sono il Consiglio dei Diritti Umani (che ha il compito di vigilare sulle violazioni dei medesimi nel mondo) ha sancito per bocca del suo presidente che d’ora in avanti sarà tassativamente vietato parlare male di qualsiasi religione. La singolare decisione è stata la conseguenza del tentativo di un esponente di una ONG umanitaria di attirare l’attenzione del consiglio sulla sistematica violazione dei diritti e della libertà delle donne nel mondo islamico.

 

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