L'ambasciatore d'Israele ha capito D'Alema
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Giovedì, 20 marzo 2008
Ci sono dichiarazioni che vale la pena riportare per intero: [b]"Chi ci invita ad aprire trattative con Hamas – ha detto l’ambasciatore d’Israele in Italia, Gideon Meir all'Ansa – in effetti ci invita a negoziare sulle misure della nostra bara e sul numero dei fiori da mettere nella corona".[/b]
[b]"Fino a quando Hamas non cambierà le sue posizioni e non accetterà le condizioni della comunità internazionale, chi invita ad un dialogo con quest'organizzazione terroristica in pratica blocca il negoziato tra Israele e Abu Mazen. Il fatto che il leader di quest'organizzazione terroristica si congratuli per queste posizioni non depone a favore di chi le sostiene"[/b], ha aggiunto il diplomatico israeliano, riferendosi alle parole di "apprezzamento" espresse dal leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in merito alle dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano.
[b]"La pace[/b] – ha proseguito Meir – [b]si fa sì con il nemico, ma con un nemico che desidera la pace e la convivenza dell'uno accanto all'altro. La posizione di Hamas è nota e non è cambiata. Non sono disposti a riconoscere il diritto di Israele ad esistere e non sono neanche disposti a parlarci. I loro leader continuano ad invocare la distruzione dello Stato di Israele. Gli inviti per un cessate il fuoco sono solo una fase del piano per completare il sogno di Hamas di distruggere lo Stato di Israele e di fondare uno Stato religioso fondamentalista musulmano tra il fiume Giordano e il Mediterraneo".[/b]
[b]"E' un peccato – ha chiosato il diplomatico israeliano – che durante il giorno di lutto per gli otto ragazzi che sono stati uccisi nella scuola rabbinica in Gerusalemme c'è chi invita ad un negoziato con barbari e assassini".[/b]
L'ambasciatore israeliano ha già detto tutto il necessario, forse lasciando di stucco tutti quelli che avevano tirato un sospiro di sollievo per la partenza del predecessore, Ehud Gol, uno che non le mandava a dire.
Meir ha avuto bisogno di qualche tempo per ambientarsi e capire la situazione italiana. Ma ora ha dimostrato di averla capita perfettamente e la descrive in modo vivido: [b]oggi l'Italia ha un ministro degli Esteri che tratta Israele come un impresario di pompe funebri con la salma del defunto.[/b]
L'unica cosa che resta inspiegabile è che molti ebrei italiani inorridiscano per la candidatura di Fiamma Nirenstein o protestino per quella di Ciarrapico nel centro-destra, ma si sentano perfettamente a posto con la coscienza votando D'Alema o il suo partito.
13 Marzo 2008 |
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