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[b]Autore: Magdi Allam
Testata: Corriere della Sera,
Data: 13 febbraio Pagina: 46 [/b]

Tempi duri per Israele e per gli ebrei in Italia.Dopo l'annullamento della visita dell'imam della Grande Moschea di Roma alla Sinagoga, l'annuncio del boicottaggio degli scrittori arabi alla Fiera del Libro di Torino che ha designato Israele come ospite d'onore, la pubblicazione di una lista di proscrizione di docenti universitari ebrei e simpatizzanti di Israele, l'ultima sorpresa arriva dalla Procura di Bologna che, assumendo una decisione diametralmente opposta a quella della Procura di Roma, ha archiviato il caso di un infame manifesto dell'Ucoii («Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia») in cui si equipara Israele al nazismo, sostenendo che si tratterebbe di «libertà d'espressione».

«Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane» è il titolo dell'inserzione a pagamento fatta pubblicare dall'Ucoii sulle testate del Quotidiano Nazionale il 19 agosto 2006, concludendosi con un'altra aberrante equazione: «Marzabotto=Gaza=FosseArdeatine=Libano». E in un comunicato del primo agosto 2006,commentando la strage di Cana, il Consiglio direttivo dell'Ucoii affermò che «è il segno di un'ulteriore escalation criminale di uno Stato nato nella pulizia etnica, cresciuto e consolidato nella violenza e nell'ingiustizia e che, Iddio non voglia, finirà per essere la tragedia definitiva del suo stesso popolo».Ebbene per la Procura di Bologna in tutto ciò «non c'è alcuna espressione neppure in forma sottintesa o indiretta ispirata o caratterizzata da ragioni di discriminazioni razziali o religiosa e formulata allo scopo di incitare alla violenza con l'intenzione di colpire altre persone a causa delle loro caratteristiche razziali, etniche o religiose».Tutt'altro, precisa il pubblico ministero Morena Plazzi, «si tratta di un documento di denuncia politica, certamente una ricostruzione parziale che non fa cenno alle numerosissime vittime civili israeliane, ma che in nessun modo si traduce in espressioni
riconducibili al reato ipotizzato o ad altra ipotesi delittuosa, risultando manifestazione costituzionalmente tutelata della libertà d'espressione del pensiero».Peccato che sia di avviso totalmente contrario il Procuratore aggiunto di Roma, Maria Cordova, che già il 30 novembre scorso aveva deciso il rinvio a giudizio del presidente e del portavoce dell'Ucoii, Nour Dachan e Hamza Roberto Piccardo, per il reato di istigazione all'odio razziale. È del tutto lecito domandarsi come sia possibile che in uno Stato di diritto dove un'unica leggedovrebbe essere uguale per tutti, due Procure si pronuncino in modo diametralmente opposto sullo stesso caso giudiziario a distanza di due mesi e mezzo. Così come è del tutto lecito domandarsi se non ci sia una eccessiva elasticità ideologica nell'interpretazione della
stessa legge.

 

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