[i]Ebraismo e Israele nel cinema[/i][/b]
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Dal [b]3 al 7 novembre[/b], con [b]Amananda Sandrelli[/b] in veste di testimonial, la Casa del Cinema di Roma ospita la sesta edizione del [b]Roma Kolno'a Festival[/b], la rassegna di cinema ebraico e israeliano diretta da [b]Dan Muggia[/b] e [b]Ariela Piattelli [/b]e realizzata dal Centro Ebraico Italiano "Il Pitigliani" in collaborazione con l'Ambasciata di Israele.

I films presentati al festival sono tutti in lingua originale, sottotitolati in italiano e suddivisi in quattro differenti percorsi tematici, due dedicati al cinema di produzione israeliana e due al cinema legato al contesto ebraico:

– "[b]Sguardo sul nuovo cinema israeliano[/b]" è costituito da sette lungometraggi firmati da cineasti veterani o esordienti che hanno riscosso recente successo non solo in Israele ma anche ai grandi festivals cinematografici, come Cannes e Berlino. Tra gli altri, "[b]Aviva my love[/b]" di Shemi Zarhin, "[b]Sweet Mud[/b]" di Dror Shaul, "[b]Frozen Days[/b]" di Danny Lerner, e "[b]My Father My Lord[/b]" di David Volach, noto anche per le polemiche scatenate tra l'ortodossia israeliana. Questi films affrontano i molteplici aspetti della società israeliana, non solo il conflitto con il mondo palestinese, ma anche la difficile realtà del lavoro, l'immigrazione, la tradizione araba, e la memoria della Shoah, che spesso rappresenta il punto di incontro tra il cinema israeliano e quello di ispirazione ebraica.

– "[b]Focus sulla nuova cinematografia documentaria israeliana[/b]" propone una ricca selezione di documentari, il fenomeno più interessante nel cinema di Israele, tra cui "[b]Souvenirs[/b]" di Shahar Cohen e Halil Efrat, un divertente percorso di ricerca dei ricordi lasciati dalla Brigata Ebraica, "[b]L'Ulpan[/b]" di David Ofek, un ritratto del mix di culture che costituiscono la realtà di Israele, "[b]Sisai[/b]" di David Gavro, un viaggio in Etiopia alla ricerca del padre, e "9 Stars
Hotel" di Ido Haar, dedicato alla vita contrastata della gioventù palestinese.

– "[b]L'America, il cinema e gli ebrei: sogno e tradizione[/b]" comprende tre lungometraggi opera di registi ebrei americani, e un documentario israeliano, in cui viene rappresentata la simbiosi avvenuta nel Nuovo Mondo tra la cultura ebraica nativa e quella di importazione europea. Notevole la scelta dei film: "[b]Harry a pezzi[/b]" di Woody Allen, "[b]Hollywood, Vermont[/b]" di David Mamet, "[b]Frankenstein Junior[/b]" di Mel Brooks e "[b]It sounds better in Yiddish[/b]" di Anat Seltzer e Modi Ba'aron.

– "[b]Omaggio a Daniel Burman[/b]", infine, è una dedica al giovane regista argentino premiato a Berlino nel 2004, autore, tra l'altro, di "[b]El Abrazo Partido[/b]" e "[b]Aspettando il Messia[/b]", quest'ultimo interpretato da [b]Stefania Sandrelli[/b], ospite del festival.

Tra gli altri ospiti presenti al Kolno'a Festival, il regista di "Souvenirs" [b]Halil Efrat[/b], le attrici [b]Levana Finkelstein[/b] (Aviva my love) e [b]Ronit Yudkevitch[/b] (Sweet Mud) e lo sceneggiatore di "It sounds better in Yiddish" [b]Modi Ba'aron[/b].

La rassegna, avvalendosi della collaborazione con l'assessorato alle scuole di Roma, si rivolge anche agli studenti, offrendo proiezioni gratuite ed eventi speciali.

[b]Roma Kolno'a Festival
dal 3 al 7 novembre
Casa del Cinema (Villa Borghese)

Programma completo disponibile all'indirizzo
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