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[size=12][b]Siete tutti calorosamente invitati a partecipare alla Kabbalat Iom Tov di Rosh Hashana in programma per il 12 settembre 2007 (5768) alle ore 19.15 presso l’oratorio Beth Shlomo di Milano – via Ugo Foscolo 3 (Galleria Vittorio Emanuele) – scala 8 piano 2.
Seguirà una cena tradizionale e la spiegazione di alcuni minhaghim sefarditi, askenaziti, e italiani.
Considerato il numero limitato dei posti, chi desiderasse partecipare è pregato di contattare al più presto Nina Schek ai numeri 0229062721 – 3357102569 [/b][/size]

[b]Rosh Hashanah [/b]

Rosh Hashanah (ראש השנה), il cui significato è “testa dell’anno”, è la festività che fa riferimento al Capodanno ebraico e che rappresenta l’inizio del nuovo anno ai fini legali e contrattuali e nel calcolo degli anni sabbatici e di giubileo.

Il termine compare per la prima volta nel Libro di Ezechiele (40,1), viene citato dal Levitico (23,24) come “il giorno del suono dello Shofar”, dalla letteratura rabbinica come “giorno del giudizio” (Yom ha-Din) e “giorno del ricordo” (Yom ha-Zikkaron), e nell’allegoria midrashica, dove l’evento viene associato all’immagine di Dio intento a prendere in esame le azioni di ogni singolo individuo decidendone la sorte futura.

La decisione però non è immediata: infatti, la giornata di Rosh Hashanah è solo la prima dei 10 giorni penitenziali (Asseret Yemei Teshuva) preceduti dal mese di Elul e culminanti nella ricorrenza di Yom Kippur, il “giorno dell’espiazione”, una delle più solenni festività del calendario ebraico.

La festività di Rosh Hashanah inizia al tramonto dell’ultimo giorno di Elul, e perdura per i primi due giorni del mese di Tishrei sia in Israele che in diaspora. In realtà la prosecuzione non è dettata da un precetto biblico, ma da una tradizione dovuta al riallineamento delle differenze nei cambiamenti di luna tra Gerusalemme e il resto del mondo. Teoricamente, i due giorni di Rosh Hashanah vengono considerati un unico lungo giorno (dall’aramaico “yoma arichtah”), e alcune correnti dell’ebraismo osservano solo il primo giorno, in quanto il secondo non compare letteralmente nella Torah.

Rosh Hashanah cade 163 giorni dopo Pesach, e secondo il calendario ebraico non può mai cadere nel primo, quarto e sesto giorno della settimana, ragione per cui la festività viene popolarmente defiita “lo be-adu rosh”, dove “adu” rappresenta il valore numerico di 1-4-6. Nel calendario gregoriano la data non precede mai il 5 di settembre, ma in conseguenza alle differenze con il calendario ebraico, dopo l’anno 2089, curiosamente, non potrà mai più cadere prima del 6 di settembre.

Tradizionalmente, la festa viene caratterizzata dal suono dello shofar (Levitico 23,24), uno strumento a fiato ricavato da un corno di montone che alcune comunità usano suonare ogni giorno per tutto il mese di Elul, con l’intento di risvegliare lo spirito di ognuno avvisandolo del giudizio imminente, come si legge negli scritti del medico/filosofo Maimonide. Nei dieci giorni di penitenza, o precedentemente ad essi secondo le diverse correnti religiose, è d’abitudine recitare alcune composizioni poetiche penitenziali dette “selichot”.

Alcune caratteristiche singolari della festività sono la pratica del “tashlikh”, che consiste nel gettare simbolicamente i propri peccati in uno specchio d’acqua sotto forma di briciole o sassolini, e la formula di cortesia “ketiva ve-chatima tovah”, il cui significato augurale ad essere “scritto e sigillato per un buon anno” è legato al concetto del giudizio di Dio, che lascia qualche giorno di tempo per redimersi prima di sigillare, appunto, definitivamente, il destino per l’anno successivo.

La tavola festiva di Rosh Hashanah è all’insegna della dolcezza, dell’abbondanza e della circolarità dell’anno, concetti trasposti simbolicamente in alimenti come il miele, le mele, la challah di forma tondeggiante, il melograno. La festività, che tradizionalmente si riferisce al completamento della Creazione e al riconoscimento della suprema sovranità di Dio, è legata storicametne anche alle celebrazioni agricole, che ritrovano nella stagione autunnale la conclusione dei raccolti e l’inizio dell’anno economico.

Curiosando nella letteratura, Rosh Hashanah compare, tra l’altro, nell’opera di Filone d’Alessandria “De Septenario”, negli scritti di Rabbi Yaakov Kamenetzky, e nello Zohar, la famosa opera d’epoca medievale, massima espressione dei concetti della Kabbalah.

 

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