[b]Articolo pubblicato su L'opinione del 6 luglio 2007[/b]

Castagnetti ha subito accusato la manifestazione di Roma del 4 luglio scorso “Salviamo i Cristiani” di “strumentalizzazione” da parte della Casa delle Libertà. Il suo parere è stato riportato, assieme ad altri commenti analoghi di centro-sinistra,

dalle colonne de “L’Unità”. E buona parte della stampa che si è occupata dell’evento, da Libero a La Repubblica ha parlato in termini di “manifestazione della Casa delle Libertà” o del “Polo”. Molti ascoltatori della rassegna stampa di Radio Rai 3 hanno telefonato allo studio, carichi di rancore, accusando l’iniziativa di essere “ipocrita”, o addirittura “vergognosa” propaganda del Cavaliere per conquistare l’elettorato cattolico. Ci si è fermati spesso alla polemica sugli ostaggi: perché la sinistra ha promosso manifestazioni di piazza e iniziative politiche e diplomatiche per salvare le due Simone, la Sgrena e Mastrogiacomo, mentre padre Giancarlo Bossi, missionario italiano rapito dagli islamisti nelle Filippine, viene dimenticato? A Roma c’erano quasi tutti gli esponenti del gotha di centro-destra, da Berlusconi a Formigoni, da Buttiglione a Pera, da Castelli a Borghezio, da Fini alla Santanché, da Taradash a Giovanardi. Mentre la sinistra brillava per la sua assenza, rappresentata solo da Castagnetti, da una delegazione dell’Udeur (tra cui Mastella), da Pezzotta, da alcuni “teodem” della Margherita, da Villetti (Rnp) e dall’unico diessino Umberto Ranieri. Non si può parlare di presenza bipartisan, ma questo non vuol dire che la manifestazione fosse di parte: tutti erano stati invitati a partecipare, ma nessuno degli esponenti degli schieramenti politici è stato invitato a parlare. La “cittadinanza” del palco spettava ai soli diretti interessati della persecuzione dei cristiani, ai testimoni, esponenti del mondo cattolico, evangelico, ebraico e musulmano. Se la sinistra era assente, insomma, è perché voleva esserlo, non perché il palco era monopolizzato dai suoi avversari. La Stampa titola “La Cdl va in piazza” e l’articolo spiega che “I pochi politici di centro-sinistra (…) sono stati accolti da battimani assai freddini e hanno capito che non era la loro serata”. In realtà i nomi di Villetti e di Ripa di Meana sono stati accolti da fischi sonori, ma Mastella è stato applaudito. Il popolo raccoltosi in Piazza Santi Apostoli (circa un migliaio, non “poche centinaia” come minimizza “L’Unità”) era soprattutto costituito da cristiani ed ebrei, non solo italiani, ma anche libanesi, pakistani e magrebini. Fischiavano contro il laicismo, non contro la sinistra. A parte le bandiere di Azione Giovani e di un piccolo movimento chiamato “Rifondazione Cristiana”, non c’erano gli stendardi dei partiti, bensì le bandiere nazionali dei vari gruppi ed era ben visibile lo striscione dell’Associazione Amici di Israele. I nostri media non devono essersene accorti e hanno preferito ricondurre il tutto alle logiche del bipolarismo. Forse perché l’orgoglio giudaico-cristiano è un fenomeno del tutto nuovo.

 

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