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Gli uomini possono elaborare dei piani,rigettarne certi per adottarne degli altri.
Ma in fin dei conti,e particolarmente nel nostro paese (Israele),e' D.o che decide i grandi eventi della Storia.

E' cosi' che mentre i politici ed i militari non avevano previsto la liberazione di Gerusalemme durante la guerra dei Sei Giorni,il Padrone del mondo aveva deciso diversamente.Il Rabbino Shlomo Goren,di v.m.,che fu Grand Rabbino dell'IDF durante tale guerra,fu il primo a toccare il Kotel al momento della Sua liberazione.Riportiamo cio' che racconto' una decina d'anni dopo tale avvenimento per ringraziamento a D.o per averci dato un giorno celebrativo che nessuno aveva previsto.

"Vorrei cominciare a raccontare la storia della liberazione di Gerusalemme con un aneddoto che ne' io ne' Motta Gur ci possiamo spiegare.Motta nel 1962 era un comandante di reparto di Ghivati ed io fui invitato a tenere una lezione alla sua unita' in vista delle festivita' di Rosh Hashana e Kippur.Dissi che non solo l'uomo deve fare un bilancio in vista del Giorno del Giudizio ma anche l'Esercito
deve fare il Suo bilancio e,secondo il mio modestissimo parere,fintanto che
Gerusalemme si trova in cattivita',l'Esercito non potra' dire di aver compiuto la Sua missione.Dissi ai soldati che lo scopo dell'Esercito era quello di liberare Gerusalemme e la Giudea-Samaria dal giogo giordano.Motta Gur mi domando'
per quale ragione avessi deciso di parlare di Gerusalemme e gli risposi molto semplicemente che per me Gerusalemme e' l'anima d'Israele.Al che lui :
"Credi che soltanto per te Gerusalemme sia cosi' importante ?".Risposi che avevo giurato solennemente che sarei stato il primo a toccare il Kotel il giorno della Sua liberazione.Motta mi rispose :"Se vuoi essere il primo ad arrivare al Kotel dovrai restare allora in buoni rapporti con me perche' saro' io che liberero' Gerusalemme !".Sino ad oggi nessuno di noi due e' capace di spiegarsi perche'
nel 1962 parlammo cosi',la nostra conversazione e' riportata nel registro del reparto che chiunque puo' consultare.Ed arriviamo al 1967.Tre giorni prima dello
scoppio della guerra mi recai al bunker dello stato maggiore e vidi Motta Gur
sconsolato addossato ad un muro.Gli chiesi :"Cosa ti e' successo ?" al che
rispose :" Avevo ricevuto la missione di essere paracadutato con la mia unita' ad El Arish per fermare l'esercito egiziano,ho ricevuto ora un dispaccio che e' stata annullata.Mentre gli altri combatteranno,io ed i miei uomini staremo con le mani in mano ad attendere che la guerra finisca !".Gli dissi allora :" Motta,ti sei dimenticato il nostro accordo ? E Gerusalemme ?".
Motta,prendendo un tono adirato,mi disse :" Di che cosa stai parlando ?
Gerusalemme non fa parte dei nostri obiettivi !".Motta aveva ragione : il governo aveva inviato una lettera al Re di Giordania nella quale Gli prometteva di non conquistare neanche un centimetro del Suo territorio se non avesse partecipato a questa guerra.Passo' in quel momento il capo di stato maggiore,Itzhak Rabin,che consolo' Motta promettendogli che gli avrebbe procurato del lavoro.
Il primo giorno della guerra mi recai di nuovo al bunker dello stato maggiore e distribui agli ufficiali dei libri di preghiera dove avevo scritto una benedizione speciale :" Che il Signore,Benedetto Egli sia,sia al nostro fianco per proteggerci e farci riuscire in tutte le nostre azioni ".Dopo di che mi sentii
di essere li inutile e decisi di recarmi verso Gaza,sul fronte sud.La jeep sulla
quale mi trovavo fu attaccata dagli egiziani e lo Shofar che era sempre con me fu reso inutilizzabile mentre il piccolo Sefer Torah,che mi accompagnava dal 1948,usci' incolume.Di ritorno allo stato maggiore mi fu detto che Hussein aveva attaccato ad Armon Hanatsiv (zona di Gerusalemme) e che Motta Gur era in viaggio verso la capitale.Sentii che cio' che c'eravamo detto stava,grazie a D.o,per realizzarsi.
Il secondo giorno Motta mi disse che la battaglia a Gerusalemme e' assai dura e che la sua missione assai difficile.
Il terzo giorno della guerra Motta Gur si trovava al Museo Rockfeller e la' lo raggiunsi.Mi disse che il governo aveva deciso di non conquistare Gerusalemme ma di accerchiarLa,e cio' per non irritare il mondo cristiano e musulmano.Quando gli chiesi se avesse la forza per liberare la citta' mi rispose
che aveva forze sufficenti per farlo.Incominciai ad esortarlo a dissobidire all'ordine di non occupare la citta' :"Se tu riuscissi a vincere entrerai nella leggenda.Se tu obbedisci a questo ordine perderai l'occasione insperata di cambiare il corso della Storia.Se hai paura di provvedimenti disciplinari ho la soluzione : ti firmero' una dichiarazione in cui scrivo che io ,generale Shlomo Goren,ti ho dato l'ordine di liberare Gerusalemme.Se lo vorranno mi potranno arrestare !".Non riuscii a convincerlo.Non mi resto' che fare pressioni sul governo attraverso le mie conoscenze.Non so se fu a causa del mio tentativo che all'indomani il governo decise di permettere la liberazione di Gerusalemme.Alle 7 del mattino l'esercito avanzo' verso la Citta' Vecchia.La prima cosa che mi venne in mente e' che non posso recarmi al Kotel senza lo Shofar.Corro alla casa di Rabbi David HaCoen,che aveva giurato che non sarebbe piu' uscito di casa sino a che il Kotel non fosse stato
liberato,che mi diede il Suo Shofar.Raggiunsi i paracadutisti nella strada che conduce alla Porta dei Leoni.I giordani continuano a bombardarci ed i soldati avanzavano rasentando le mura.Non accettai di rasentare i muri della mia citta' e corsi in mezzo alla strada con il Sefer Torah in un braccio e lo Shofar nell'altro.Suonai lo Shofar,recitai dei Salmi,pregai.Entrammo nella Citta' Vecchia,corremmo verso il Monte del Tempio.Ci sparano contro,ma io non vidi e non sentii niente :
avevo l'impressione di non essere sulla terra,era come fluttuassi nell'aria.
Quando arrivai al Monte del Tempio vi trovai Motta Gur.Sentii dei soldati cantare l' "Hatikva" ed altri cantare "Yerushalayim shel zahav" (Gerusalemme citta' d'oro).Corsi poi verso il Kotel.Mi accompagnavano tre soldati.Un portone di ferro ci blocco' ol passaggio verso il Kotel.Lo fecero crollare come Sansone fece con le porte di Gaza.Vedemmo davanti a noi la scalinata che conduce al Kotel.La
scesi per primo pieno d'emozione.Quando Lo vidi sentii fisicamente la Presenza Divina.Non vidi e non vedro' mai piu' una luce cosi' intensa,cosi'
luminosa : la luce che Gerusalemme regalo' ai Suoi figli che tornavano !".

(Laly Derai,"La liberation de Jerusalem racontee dar le Grand Rabbin de TZAHAL",in ISRAEL-L'IMPACT N. 40,25/5/07,p. 28;liberamente tratto e tradotto dal francese da Eleazar Ben Yair).

 

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