Gilad, e' vivo. Ridatecelo.
Abbiamo aspettato un anno per questo.
Un anno di paura, spesso di vero e proprio terrore e scoramento. Abbiamo pianto leggendo le parole di una mamma disperata.
Abbiamo scritto, implorato, gridato "Liberatelo! Ha solo 19 anni" .
Eppure, per un anno, la crudelta' dei suoi aguzzini ha lasciato i genitori e tutta Israele senza notizie e per un anno gli stessi aguzzini hanno impedito alla CRI di visitare il prigioniero.
Oggi, finalmente, la sua voce.
Oggi Gilad Shalit ha parlato, gli hanno fatto leggere una lettera che doveva apparire scritta da lui ma che era apertamente un proclama di hamas.
La sua voce di ragazzo, e' debole, a momenti tremante, e' una voce stanca, depressa, triste.
"Mamma, Papa', fratelli, amici miei dell'esercito…. "
La gola degli israeliani in ascolto si e' riempita di pianto, lacrime di commozione, di pena per quel tono di voce cosi' melanconico, ma anche lacrime di liberazione perche' finalmente sapevamo con sicurezza che Gilad era vivo, dopo aver temuto il peggio.
Gilad e' vivo. Sta male, ha bisogno di cure ma e' vivo.
La Croce Rossa Internazionale ha chiesto di vederlo.
Permesso negato dagli aguzzini, quei feroci membri di Hamas che hanno appena finito di "giustiziare" in due soli giorni di guerra ben 170 palestinesi come loro e di scaraventare giu' dai piani alti dei palazzi di Gaza giovani di Fatah legati mani e piedi.
Come ci si puo' aspettare che questi barbari abbiano pieta' di un ragazzo ebreo e lo facciano visitare da un medico quando in nome del loro odio sono capaci di sacrificare persino i propri figli?
Perche' hanno diffuso il messaggio di Gilad proprio in occasione del summit di Sharm el Scheikh?
Quale e' il loro scopo?
Sono stati di un tempismo perfetto, hanno distolto l'attenzione dai Quattro che stavano trattando a Sharm, hanno fatto capire che la vita di Gilad ma anche del giornalista inglese Alan Johnston era nelle loro mani e che Abu Mazen contava praticamente meno di un soldo bucato.
Nello stesso tempo hanno pero' dimostrato di essere anche molto nervosi e tesi e di voler guadagnare la simpatia dei palestinesi e l'attenzione del mondo.
Hamas, gente maledetta, degni successori dell'anima nera di Arafat.
Hamas che ha fatto una sola cosa giusta: ha distrutto la villa di fu Yasser , rubando la medaglia del premio Nobel, vergognosamente conferitagli per l'imbroglio di Oslo.
Spero che l'abbiano gettata nei canali di scarico dove scorre il liquame di Gaza.
Ehud Olmert ha fatto un bel discorso a Sharm. Informato del messaggio di Gilad, ha detto chiaro e tondo che non ci sara' nessuna trattativa con Hamas ma ha fatto sapere di aver deciso la liberazione di 250 prigionieri palestinesi senza accuse di omicidio.
Ha parlato con pacata decisione, rivolto a Mahmud Abbas ma anche a Mubarak e a Re Abdallah, di responsabilita' delle parti, di porre fine al terrorismo, di incominciare seriamente e definitivamente un dialogo che dovra' portare alla pace e alla collaborazione fra Israele e l'Autorita' Palestinese, ha auspicato buoni rapporti di vicinanza fra i due popoli.
E adesso? Intanto, dalle prime reazioni, pare che il numero dei prigionieri da liberare non basti ai palestinesi. Naturalmente, mi sarei meravigliata del contrario, quando mai gli e' bastato qualcosa di tutte le concessioni fatte da Israele?
Quante volte abbiamo visto questo film? Troppe e, alla fine di ogni rappresentazione, ecco , puntuale come la morte, l'attentato che bloccava tutto e ricominciava la storia di sempre, terrorismo, risposta al terrorismo, morti , lacrime, disperazione.
C'e' da fidarsi?
Questi palestinesi non sono gli stessi che dal 2000 al 2005 ballavano in piazza alla notizia di ogni attentato "riuscito"?
Non sono gli stessi che hanno pestato sotto i piedi i riservisti israeliani linciati e squartati a Ramallah e poi scaraventati dalla finestra in pasto al popolo assetato di sangue?
Non sono forse gli stessi che hanno linciato e smembrato Kobi e Yossi, due ragazzini di 13 anni?
Sono gli stessi che ricevevano orgogliosi gli assegni che Arafat dava alle famiglie dei kamikaze e che si prostravano davanti ai balbettii sputacchianti del diabolico raiss.
Si, sono loro, sono quei palestinesi, quelli che per 40 anni ci hanno fatti odiare dal mondo intero grazie alla propaganda che li dipingeva vittime mentre erano i carnefici, grazie al revisionismo storico che li ha fatti passare per legittimi e unici abitanti di una Palestina mai esistita.
Sono gli stessi che per 40 anni hanno gridato che Israele doveva essere eliminato, distrutto e gli ebrei ammazzati tutti.
Sono quei palestinesi?
Si, sono sempre quelli.
E allora dovremmo essere ottimisti?
Lo siamo stati nel 1993 all'inizio del processo di Oslo, lo siamo stati nel 1994 quando Rabin e Arafat si sono stretti la mano sotto lo sguardo paterno di Clinton, dando inizio a uno dei periodi piu' tragici di Israele.
Quel 4 maggio del 1994, mentre a Washington splendeva il sole, tutti abbiamo sperato che la pace fosse dietro la porta, guardavamo quelle strette di mano, quelle firme, quei sorrisi, e pensavamo gia' a un Medio Oriente rinnovato, di pace, senza odi e guerre.
Avevamo avuto persino il riconoscimento del Vaticano che, dopo mezzo secolo di odioso silenzio, pronunciava la parola Israele.
Che emozione quel giorno di maggio! Poveri illusi!
Non potevamo immaginare che il disegno demoniaco di Arafat ci avrebbe svegliati bruscamente dal sogno affogando le nostre speranze nel sangue di centinaia di israeliani.
In pochi mesi decine di attentati con centinaia di morti, Gerusalemme in una sola settimana ne pianse duecento.
Siamo stati ottimisti anche nel 2000 quando gli fu offerto il massimo, i territori, Gerusalemme est, soldi, aiuti, di piu' potevamo solo morire, infatti Arafat era proprio a questo "di piu" che ambiva. Distrusse le nostre speranze, fece scoppiare la guerra del terrore e porto' al macello ebrei e palestinesi mentre i grandi del mondo anziche' condannarlo e fermare la mattanza, continuarono ad omaggiarlo e a dare addosso a Israele che rentava di difendersi.
Quando Arafat mori' fu una benedizione per tutti, poteva esserlo soprattutto per i palestinesi che dimostrarono purtroppo, per l'ennesima volta, un'incredibile e infinita stupidita' votando Hamas e perdendo cosi' l'ultimo dei tanti treni che gli erano passati sotto il naso.
Dobbiamo essere ottimisti adesso?
Dobbiamo credere a Abu Mazen, debole e pavido?
Come ha fatto uno cosi' a organizzare la strage alle Olimpiadi di Monaco?
Del resto una cosa e' fare il terrorista, altra il Capo di Stato. Arafat insegna.
Israele vuole credere, vuole sperare e vuole tentare come sempre e, come sempre, le sue mani non sono vuote.
Abu Mazen sara' in grado di accettare le offerte di pace e di portare il suo popolo verso una vita degna di essere vissuta, nel benessere, nel lavoro, nello studio, abbandonando quella cultura della morte che ha distrutto l'anima di migliaia di giovani, meno giovani e bambini?
E Gilad? E' vivo ma noi lo vogliamo libero, a casa sua, in Israele.
Il ricordo e l'incubo di Ron Arad bruciano ancora e fanno molta paura.
Palestinesi, parlate finalmente, col cuore e con sincerita', di vera Pace.
Non perdete anche questo treno.
Ridateci Gilad.
Deborah Fait
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